..........Come possa una torrida giornata d’agosto evocare con
insistenza e vigore un plumbeo pomeriggio novembrino, un’atmosfera da "San
Martino" carducciano, è uno dei tanti interrogativi, fugaci accenni di
meditazione che quell’11 agosto 1999, in quel di Bucarest, sono transitati come
meteore tra i pensieri dei partecipanti alla spedizione organizzata
dall’Università di Lecce in occasione dell’ultima eclisse
di sole del secolo. Eppure il legame c’è, forte, e si è fatto sentire
proprio nel momento topico, quando sono giunti a compimento sforzi e
preoccupazioni di mesi di lavoro. Ma procediamo per ordine. ..........Siamo nel
novembre del 1998, nel Laboratorio di Astrofisica dell’Università di Lecce,
alle prese con l’omonimo corso, tenuto dal prof. Sergio Fonti. Gli studenti,
otto ragazzi dell’indirizzo astrofisico (Cinzia Capano, Luca Ciccarese, Adele
Di Noi, Davide Elia, Marco Fonti, Domenico Licchelli, Giuseppe Marzo,
Pierangelo Potenza), discutono del fatto che tra pochi mesi, il prossimo 11 agosto,
si verificherà in Europa un’eclisse di Sole che avrà carattere
di totalità nelle regioni attraversate da una stretta fascia che
delimita la zona di visibilità del fenomeno. L’Italia ne resterà al di fuori
(l’eclisse sarà soltanto parziale), mentre il massimo della durata dell’evento,
due minuti e ventitré secondi, si registrerà in Romania: a Bucarest, l’unica
capitale di stato interessata dall’eclisse totale, il cielo si oscurerà per due
minuti e ventidue... Ci sono stimoli e suggestioni in quantità sufficiente per avanzare
al docente la proposta, in un primo momento davvero velleitaria, di organizzare
una puntata in terra rumena per assistere direttamente ad un fenomeno
strettamente connesso al nostro corso di studi, che potrebbe costituire una
delle più belle e singolari tappe della nostra carriera universitaria. Buttato
lì quasi per caso, il nostro progetto ottiene, invece, l’entusiastico consenso
non solo del docente, ma anche degli organi universitari preposti ad approvarlo
ed a sostenerlo: ben presto ci giunge la conferma che il viaggio si farà. A
ripensarci, l’ininterrotta sequela di notizie favorevoli che caratterizza
questo primo periodo ha dello strabiliante... e, oltretutto,
l’iniziativa sembra accendere entusiasmi anche al di fuori del nostro stesso
gruppo.
I preparativi
..........Con il trascorrere delle settimane, l’idea originaria prende forma: si reperisce e si esamina una vasta documentazione sulle eclissi, integrata con la consultazione diretta di esperti in materia, si avviano i contatti con alcuni scienziati rumeni, per sondare le reali possibilità che il luogo può offrirci in vista della nostra spedizione, si esaminano a fondo le competenze e le risorse di ciascuno di noi, al fine di assegnare ruoli e compiti. Dobbiamo registrare, purtroppo, il forfait di Cinzia per il viaggio, ma in compenso registriamo l’entrata di Vito Lecci, anch’egli studente di Fisica, valente astrofilo e caro amico di tutti, da quel momento componente a tutti gli effetti del team. Una rapida elencazione di tutte queste attività stenta davvero a rendere efficacemente le dimensioni dell’impegno profuso nella preparazione della spedizione, peraltro sovrapposta, e non alternativa, al normale svolgimento del corso di Laboratorio ed alle restanti attività universitarie; ma l’entusiasmo può tutto e l’occasione che ci è stata offerta è davvero prestigiosa e imperdibile.
..........Mentre la primavera lascia rapidamente, come solo nel Mezzogiorno può accadere, il posto ad una precoce estate, si vanno delineando i dettagli della spedizione, che durerà sette giorni, compreso il viaggio; per il pernottamento, ci stabiliremo in un hotel situato all’interno di un vasto centro sportivo nazionale, mentre il giorno dell’eclisse avremo a disposizione una radura all’interno del parco che ospita l’Osservatorio Nazionale rumeno. Conosciamo anche il numero totale dei partecipanti al viaggio: oltre agli otto componenti del team (ai quali lo studio dell’eclisse è stato assegnato come prova d’esame) ed al loro professore, altri nove studenti di fisica dell’Università di Lecce, due dell’università di Pisa e due membri esterni, per un totale di ventidue persone.
..........I giorni che precedono la partenza dovrebbero essere dedicati ai preparativi, a riempir valige... e invece noi siamo ancora lì, su terrazzi o in luoghi sperduti, a scattare innumerevoli fotografie di prova al Sole (per sperimentare, in qualche modo, le condizioni della parzialità) o alla Luna piena (la cui luminosità dovrebbe corrispondere a quella della corona durante la totalità), a girare riprese, a tarare gli strumenti. Fino alla fine, e in aereo ancora, e ancora a Bucarest, continueremo a scambiarci impressioni e consigli, consci della necessità di non lasciare nulla al caso e decisi ad ottenere il massimo dall’attrezzatura a nostra disposizione. Le calde sere dei primi di agosto ci offrono la sognante visione di una Luna calante inesorabilmente avviata verso il novilunio, che questa volta, per noi, vuol dire eclisse.