(sito in costruzione..)

Ferdinando De Tomasi

Ricercatore Universitario

Ferdinando.DeTomasi@le.infn.it

tel +39 0832 297496

fax +39 0832 297505



 
 
 
Curriculum vitae

(Gennaio 2003)

Dati anagrafici:

cognome e nome: de TOMASI, Ferdinando

luogo e data di nascita: Gallipoli (LE), 23/11/1962
 

 
 Posizione Attuale
Ricercatore confermato, classe disciplinare Fis03 (Struttura della Materia)

Indirizzo : Dipartimento di Fisica dell’Università di Lecce.
via per Arnesano I- 73100 Lecce
Telefono 0832 297 500 /488

Fax 0832 297505
 

e-mail Ferdinando.DeTomasi@le.infn.it
 

 

Titoli di studio

Laurea in Fisica , Università di Pisa, 16 Giugno 1988. Votazione 107/110

Dottorato di ricerca in Fisica, V ciclo, 28 Settembre 1993
 

 

Profilo professionale

Fisico sperimentale, specialista di fisica atomica, fisica dei laser, LIDAR

dettagli
 

Curriculum schematico


Riassunto dell'attività scientifica

Descrizione dettagliata delle attività di ricerca

Descrizione dell'attività didattica.
 


Competenze professionali.

Durante il corso di laurea in fisica ho scelto come corsi complementari Fisica Superiore, Spettroscopia, Fisica dello Stato Solido e Fisica Teorica, indirizzandomi così verso la fisica della  materia e in particolare verso l’interazione luce-materia, cercando di avere al tempo stesso una solida formazione teorica che mi permettesse di mantenere una visione globale della fisica e affrontare con sicurezza nuovi problemi.
Le mie differenti attività di sperimentatore mi hanno permesso di sviluppare un’esperienza considerevole nelle diverse tecnologie che costituiscono la base dell’equipaggiamento di un laboratorio di fisica atomica e fisica dei laser.  Ho inoltre  acquisito la competenza necessaria per potere dialogare al meglio con il personale tecnico  dei  diversi laboratori in cui ho lavorato e per avere una certa autonomia nell’acquisizione di strumentazione commerciale e nella concezione e realizzazione della strumentazione ausiliaria.  Ecco quindi una lista delle mie competenze pratiche.

Ottica:  uso e assemblaggio di componenti ottiche passive (lenti, specchi, fibre ottiche, lame di fase, polarizzatori, etc..), progetto e realizzazione dei sistemi meccanici necessari, progetto e realizzazione di montaggi ottici elaborati  (dispositivi optoelettronici, cavità, ottiche di raccolta per telescopi etc..).

Laser e spettroscopia:  ho utilizzato diversi tipi di laser (laser a CO2 a bassa potenza, laser a diodo, laser Ti:Sa, Nd:YAG, Ar, laser a coloranti, laser a eccimeri). In alcuni casi si è trattato di laser costruiti e sviluppati in laboratorio di cui conosco bene le tecniche di costruzione e ottimizzazione. Nel caso dei diodi laser ho costruito io stesso differenti tipi di montaggi ( diodi laser su cavità esterna, diodi laser iniettati). Ho utilizzato diverse  tecniche di stabilizzazione in frequenza di laser o di cavità risonanti (sia asservimenti di tipo puramente ottico, come la tecnica Hansch-Chouillad o per modulazione-demodulazione del segnale di errore) e ho avuto occasione di realizzare e sviluppare sistemi di questo tipo.  Ho avuto inoltre occasione di  utilizzare tecniche di duplicazione di frequenza sia per laser impulsati che per laser continui. Ho esperienza delle principali tecniche di spettroscopia lineare (assorbimento, fluorescenza) e non lineare (saturazione,due fotoni) e della strumentazione collegata (monocromatori, lambda-metri, cavità Fabry Perot, fotodiodi e fotomoltiplicatori).
In alcuni degli degli esperimenti che ho seguito è stato necessario rivelare dei segnali molto deboli per cui sono un esperto di rivelazione in fase e conteggio di fotoni.
Ho utilizzato  fasci atomici  (idrogeno e Neon metastabile) e trappole  magneto-ottiche per il raffreddamento laser  di atomi (Cesio e Rubidio).

Vuoto:  Ho utilizzato  diverse tecniche di pompaggio (pompe rotative, a diffusione, ioniche) e conosco l’equipaggiamento necessario per realizzare sistemi per vuoto primario, alto vuoto e ultra-alto vuoto. Le applicazioni di queste tecniche sono state i fasci atomici, i laser a gas e le trappole magneto-ottiche per atomi.

Elettronica:  utilizzazione di sistemi analogici e digitali commerciali o costruiti in laboratorio. Ho progettato e realizzato  circuiti elettronici di base (fotodiodi amplificati, filtri, oscillatori a radiofrequenza) e ne ho utilizzato di più complicati, come l’elettronica di controllo dei diodi laser (alimentazione a basso rumore, stabilizzazione in temperatura, rivelazione in fase). In alcuni casi si sono rese necessarie la comprensione e la conoscenza  dettagliata di questi sistemi  per potere realizzare delle  modifiche specifiche o delle riparazioni.  Inoltre ho utlizzato diversi sistemi commerciali più o meno sofisticati (oscilloscopi analogici o digitali, analizzatori di spettro, contatori, amplificatori lock-in, alimentatori ed elettronica ad alta tensione, oscillatori ed amplificatori ad alta frequenza, sistemi optoelettronici come modulatori acusto-ottici ed elettro-ottici).

Informatica: padronanza dei principali linguaggi di programmazione ad alto livello (Basic, Fortran90,C++) per il calcolo scientifico e il controllo degli apparati sperimentali e l'acquisizione dati. Uso dei principali sistemi operativi (Windows, Macintosh, Linux e Unix). Esperienza avanzata di calcolo e analisi dati attraverso il programma “Igor” (Wavemetrics).  Interfacciamento della strumentazione attraverso lo standard GPIB e LabView

Meccanica: ho una conoscenza di base del disegno tecnico e dell’equipaggiamento base di officina (trapano, fresa, tornio), il che mi  ha permesso di potere concepire  e realizzare, quando necessario, i pezzi meccanici necessari per la realizzazione di alcuni esperimenti.

Modellizazione e calcolo numerico:  Per  tutti gli esperimenti a cui ho partecipato ho sviluppato dei modelli ed eseguito delle  simulazioni numeriche, in particolare  per la dinamica di laser a CO2 e laser a diodo, interazione di laser con vapori atomici  in presenza di collisioni e diffusione multipla, per l’evoluzione quantistica di sistemi di atomi di Rydberg “congelati” e per l’interpretazione di segnali LIDAR.
 


Riassunto dell’attività scientifica

Studi
Durante  il corso di Laurea  in Fisica ho seguito come corsi complementari Fisica Superiore, Spettroscopia, Fisica dello Stato Solido, Fisica Teorica, indirizzandomi così verso la fisica della materia e in particolare verso la fisica dei laser e l'interazione radiazione-materia.
Ho iniziato   la  tesi di Laurea alla fine del 1986 nel gruppo di ricerca diretto dal prof. Ennio Arimondo. Il soggetto della tesi è stato lo studio sperimentale e teorico  delle instabilità presenti in un laser a CO2 con assorbitore saturabile. In questo lavoro ho messo in evidenza dal punto di vista sperimentale i regimi instabili periodici e caotici del sistema, che ho poi riprodotto  attraverso uno studio analitico e numerico basato su di un modello a equazioni di rate. [Ref. a1),a2),a3),a4),b1),b2)]

Dottorato di ricerca

Svolto il servizio militare, dopo avere vinto il concorso di ammissione al corso di  Dottorato di Ricerca dell’Università di Pisa, ho ripreso a lavorare nel gruppo del prof. Arimondo, occupandomi prevalentemente di dinamica non lineare di laser a diodo in cavità esterna  e delle applicazioni dei diodi laser alla fisica atomica, sia da un punto di vista teorico che sperimentale.
Nell'anno 1993 sono stato assegnatario di una borsa di studio del Consorzio INFM per il proseguimento dell'attività di ricerca iniziata durante il dottorato. Le linee di ricerca che ho sviluppato in questo periodo  sono state le seguenti:
1) studio delle instabilità di diodi laser sottoposti a feedback ottico da un riflettore distante (a6,b4,b5);link
2) studio dell' eccitazione fuori risonanza di vapori di atomi alcalini in presenza di gas tampone (a5,a7,b3);link ;   articolo PDF
3) misura di sezioni d'urto di collisione in vapori di atomi eccitati da laser; in particolare uno dei    processi studiati è  l'"energy pooling" in vapori di Cesio (a8,a10,a12,b6) . link ; articoli PDF (Phys. Rev. A 1996J. of Physics A 1997)
Attualmente mi trovo quindi in possesso di una buona esperienza  delle tecniche sperimentali  utilizzate in fisica atomica  e in fisica dei laser  e delle problematiche teoriche inerenti; di tutti gli esperimenti che ho svolto ho sviluppato  i modelli teorici necessari alla loro comprensione.

Post-doc

a)    Nella posizione di borsista presso il laboratorio Kastler-Brossel  (1994-1995) nel gruppo diretto da Francois Biraben e Lucile Julien ho collaborato ad una misura ad alta risoluzione del Lamb shift nello stato fondamentale dell' atomo di Idrogeno, che ha dato un risultato di un'incertezza di 5.6 parti in 106, ancora  il piu' accurato al momento (a9,a11,b7,b8).  In questo periodo ho acquisito familiarità con le tecniche di asservimento di laser su cavità esterne e su riferimenti atomici, con le tecniche di duplicazione di frequenza e di conteggio di fotoni, e con le problematiche inerenti i fasci atomici.  articoli PDF (PRL 1996)

b)    A partire dall'Aprile  1995 mi sono  spostato presso il gruppo di Interferometria e Ottica atomica del Laboratoire de Physique des Laser dell ' Université Paris-Nord, dove ho partecipato ad un esperimento di riflessione e diffrazione di  un fascio di atomi di Neon metastabile da un'onda evanescente. In questo  esperimento ho avuto la totale responsabilità di sviluppare, partendo da "zero", un  sistema laser basato su laser a semiconduttore (da sostituire a quello impiegato precedentemente basato su laser a colorante) al fine di migliorare la stabilità e riproducibilità dell'esperimento  e di potere utilizzare facilmente diversi laser indipendenti.  Questo sistema è attualmente applicato  per un nuovo esperimento di interferometria atomica basato sull'interazione di un atomo con il campo evanescente di una fibra ottica. (a13)

c)     Dal Settembre 1996  al Febbraio 1998 ho svolto attività di ricerca al  Laboratoire Aime Cotton, nel gruppo diretto da Pierre Pillet. Qui ho ripreso degli studi  sperimentali sul tema delle collisioni atomiche nel Cesio,  nella configurazione di atomi raffreddati in una trappola magneto ottica. L'originalità di questa situazione sta nel fatto che gli atomi praticamente non si muovono durante il tempo di interazione; abbiamo messo sperimentalmente in evidenza in questo sistema un comportamento di tipo collettivo e abbiamo sviluppato i modelli teorici per l'interpretazione di questi effetti (a14,a15, c19,c20) articoli PDF(PRL 1998)

d)  All’Institut  Non Lineaire  de Nice, dove ho avuto un contratto di ricerca finanziato dal CNRS fino alla fine del 1998, ho partecipato  a degli esperimenti  su atomi freddi in cui si vogliono studiare  proprietà di trasporto di onde in mezzi disordinati. Queste onde  possono essere onde luminose, e in questo caso il mezzo  e’ costituito da atomi  raffreddati , o onde atomiche, e in questo caso il « mezzo » è il potenziale  a cui gli atomi sono sottoposti quando si muovono  in una figura di interferenza aleatoria generata da un laser (speckle). Sono attesi degli effetti interessanti quando si è in regime di diffusione multipla e le interferenze tra le onde secondarie diffuse non possono essere trascurate. In particolare, abbiamo recentemente osservato, per la prima volta su un campione atomico, l’effetto di retrodiffusione coerente (a17, c23 ) che consiste in un’esaltazione dell’intensità della radiazione diffusa a 180°.  articoli PDF (PRL 1999)

e)    Ottenuta una borsa  “di ritorno” dalla Commissione Europea, da Gennaio 1999 sono al Dipartimento di Fisica dell’Università di Lecce dove ho avuto la responsabilità della messa a punto di un sistema LIDAR basato su di un laser a eccimeri (KrF) operante a 248 nm (nella regione di assorbimento della radiazione  solare da parte dell’ozono, per cui sono possibili misure durante le ore diurne), per la misura dell’ umidità,  della concentrazione di ozono troposferico, e la rivelazione di sostanze inquinanti. Alcuni risultati preliminari di questo  esperimento sono stati presentati a conferenze internazionali(c24,c25,c26,b11) e pubblicati su riviste (a18, a20, a21). Abbiamo inoltre sviluppato un nuovo metodo di analisi dei dati in questa particolare regione spettrale (a19).  Partecipo inoltre alle altre attività del gruppo diretto da Maria Rita Perrone sulla dinamica del laser a eccimeri  (b10) e il trattamento laser di materiali (a16). Recentemente il sistema LIDAR  è stato modificato cambiando la lunghezza d’onda del laser da 248 nm a 351 nm (utilizzando la molecola XeF come mezzo attivo) per  lo studio degli aerosol atmosferici nel quadro del progetto europeo EARLINET.



       Novembre 1986  –  Giugno 1988: tesi di laurea in Fisica

      "Instabilità e caos in un laser CO2 con  un assorbitore saturabile", 
        tesi di laurea in fisica , Università di Pisa, 16/6/1988, relatore Ennio Arimondo

Tesi sperimentale sulle instabilità osservate in un laser a CO2 con un assorbitore saturabile intracavità ed interpretazione tramite  modello e simulazioni numeriche.
 
 

Dettagli



Ottobre 1988 – Dicembre 1989:    servizio militare

Ufficiale di Marina di complemento presso l’Accademia Navale di Livorno, Gruppo Insegnamento Artiglieria.
Attività didattica e di consulenza scientifica



dottorato di ricerca in fisica presso l'università di Pisa

Titolare di una borsa triennale del Ministero dell’Università e della  Ricerca Scientifica e Tecnologica.
Attività sperimentale: studio di instabilità di laser a diodo sottoposti a controreazione ottica; osservazione di forme di riga anomale in vapori di Cesio irradiati con un laser a diodo. Dettagli
Attività teorica:  modelli di sistemi atomici in interazione con la luce; calcolo numerico dell’evoluzione dinamica di un diodo laser sottoposto a controreazione ottica. Dettagli
Inquadramento di due studenti in tesi di laurea.
 
 



Gennaio 1993 – Gennaio 1994:        borsa di studio  presso la sezione  di Pisa dell' INFM

Proseguimento delle attività svolte durante la tesi di dottorato.
Studio sperimentale e teorico di processi di collisione atomica. Dettagli
Attività di insegnamento in Fisica Generale.



Febbraio 1994 – Febbraio 1995:    borsa di studio post-doc presso il Laboratoire Kastler-Brossel,  Parigi.

Partecipazione ad un esperimento di spettroscopia ad alta risoluzione sull’atomo di idrogeno avente come scopo la misura del Lamb shift dello stato fondamentale. Dettagli
 
 



Aprile 1995 – Luglio 1996:        borsa di studio post-doc  presso il Laboratoire de Physique des Lasers, Villetaneuse (Francia)

Partecipazione ad un esperimento di deflessione di un fascio atomico di Neon metastabile con un onda luminosa evanescente; realizzazione di un sistema di diodi laser stabilizzati in frequenza. Dettagli
Responsabile degli acquisti.
Responsabile di  uno stage di tre mesi di uno studente per ottenere la “Licence en Physique”
Partecipazione all’inquadramento delle attività di una dottoranda.
 


Settembre    1996 – Febbraio 1998    borsa di studio post-doc  presso il  Laboratoire Aimé-Cotton , Orsay (Francia)

Partecipazione ad un esperimento di collisioni tra atomi di Cesio raffreddati con tecniche laser.  Sviluppo di modelli teorici per l’interpretazione dei risultati dell’esperimento. Partecipazione alla formazione di un dottorando. Dettagli


Marzo 1998- Dicembre 1998        ricercatore associato presso  l’Institut Non Linéaire de Nice, Nizza (Francia)

Partecipazione alla realizzazione di diversi esperimenti di retrodiffusione coerente di luce da parte di vapori atomici. Dettagli Realizzazione dei differenti sistemi laser necessari agli esperimenti. Inquadramento di uno studente in stage trimestrale per conseguire il diploma dell’Ecole Superieure d’Optique


Gennaio  1999 -      attività di ricerca presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Lecce

Realizzazione di un sistema lidar "solar blind" operante nell’UV. Dettagli
Misure lidar  lidar di aerosol troposferici. Dettagli
Partecipazione ad esperimenti di dinamica dei laser a eccimeri, ottica non lineare e trattamento laser di film sottili. Dettagli
 

Titolare di una borsa di studio “Marie Curie”, categoria “R” del programma TMR della Commissione Europea (contratto n. ). Vincitore di un concorso per un posto di ricercatore INFM a tempo determinato (Luglio 2000, bando n. ).
Vincitore di un concorso per ricercatore universitario.
 



Descrizione dettagliata dei temi di ricerca
 



 Instabilità in laser a CO2 con un assorbitore saturabile.
 La configurazione di laser con un assorbitore saturabile (LSA) è stata utilizzata a lungo per la sincronizzazione dei modi, la spettroscopia ad alta risoluzione dell’assorbitore o la stabilizzazione in frequenza dei laser. D’altra parte questo tipo di laser presenta dei comportamenti non lineari come la bistabilità ottica o un’emissione impulsata. Diventa quindi interessante comprendere l’origine di queste instabilità. Poiché differenti regimi di instabilità possono essere identificati, il nostro lavoro ha avuto come scopo quello di studiare sperimentalmente questo regime non lineare in funzione dei differenti parametri di controllo del laser e interpretarli attraverso un modello teorico. I regimi di funzionamento sono quindi stati analizzati sistematicamente. Lo spazio delle fasi del sistema è stato ricostruito a partire dalla sola variabile accessibile, cioè l’intensità del laser, identificando i punti stazionari che determinano la dinamica del laser e i differenti regimi caotici. Questi regimi sono ottenuti per cascata subarmonica a partire da un regime periodico, utilizzando la corrente della scarica come parametro di controllo [a1]. Si è fatta una classificazione dei regimi periodici e caotici  e abbiamo osservato una bistabilità generalizzata , cioè la coesistenza di regimi dinamici diversi per gli stessi valori dei parametri di controllo [b1]. Un modello teorico  (analisi della stabilità lineare e simulazioni numeriche) permette di interpretare i risultati ottenuti come una manifestazione della dinamica determinista del sistema [a2,a3]. La presenza continua del rumore nel laser si manifesta come una piccola fluttuazione del periodo di pulsazione o come un’esitazione tra regimi differenti. Per studiare questo effetto abbiamo aggiunto un rumore controllabile alla corrente di scarica e misurato l’evoluzione della distribuzione dei tempi di ritorno del sistema in funzione dell’ampiezza del rumore; da questo si può dedurre la percentuale di rumore sul pompaggio.  Una simulazione delle equazioni dinamiche con un termine di rumore aggiunto dà dei risultati che sono in buon accordo con l’esperienza.
Abbiamo inoltre affrontato, da un punto di vista teorico, un altro aspetto della dinamica del LSA. Si tratta dello studio del modello senza l’ipotesi della eliminazione adiabatica della polarizzazione nell’assorbitore [b2]. In effetti, l’eliminazione adiabatica delle polarizzazioni è sempre giustificata nel mezzo amplificatore a causa del rate di collisioni grande, ma non necessariamente nell’assorbitore perché la sua pressione può essere relativamente bassa. Le simulazioni numeriche, con parametri corrispondenti a delle condizioni realizzabili, danno dei risultati che sono completamente diversi da quelli ottenuti nell’ipotesi di eliminazione adiabatica.



Instabilità di diodi laser sottoposti a una controreazione ottica.
 I diodi laser hanno un’importanza capitale sia per le applicazioni tecnologiche che per la fisica fondamentale. Una configurazione che è stata molto studiata è quella di un diodo in cavità esterna: una parte della luce emessa è retroriflessa, per esempio da uno specchio, e si riaccoppia al diodo. Se si ottiene un’emissione stabile, la larghezza di riga del laser viene a essere ridotta a causa dell’aumento del volume effettivo della cavità.  In generale è però molto facile ottenere un’emissione instabile.  Queste instabilità sono state oggetto di molti studi a partire dagli anni 70, e in effetti ora sappiamo che possono essere dovute a caos deterministico che si instaura nel sistema.  La dimensionalità del sistema è a priori infinita poiché l’evoluzione dipende dalla distribuzione del campo elettrico su di un intervallo di tempo t pari al tempo di andata e ritorno della luce nella cavità esterna. Il comportamento dinamico del  sistema dipende dalla quantità di luce che è reiniettata nel diodo. Noi ci siamo concentrati sulle instabilità osservate a dei valori di controreazione  abbastanza grandi, dell’ordine del 10%. A questi valori di controreazione  e per dei valori di corrente di pompaggio prossimi alla soglia del diodo libero, si osservano delle cadute dell’intensità molto rapide, seguite da un ristabilimento dell’intensità iniziale in un tempo che è dell’ordine di 10 t. La distanza temporale T tra queste cadute è aleatoria. Poiché la frequenza media di queste cadute è molto piccola rispetto alle frequenze caratteristiche del sistema, vengono chiamata fluttuazioni di bassa frequenza (LFF). L’origine di queste instabilità non era chiara e si possono trovare in letteratura molte spiegazioni differenti. Siano stati quindi motivati a iniziare uno studio per chiarire l’origine di questo fenomeno.
 Si è quindi realizzato un diodo laser in cavità esterna e un sistema di rivelazione e acquisizione di dati. La difficoltà principale di questo studio è dovuta al fatto che esistono diverse scale di tempo significative. La scala più rapida è determinata dalle oscillazioni di rilassamento del diodo libero (qualche GHz). Per potere studiare direttamente la dinamica del diodo sarebbe stato necessario un sistema di rivelazione e acquisizione ai limiti delle possibilità tecnologiche dell’epoca (anche dell’attuale). Abbiamo dunque cercato di estrarre delle informazioni a partire dalla distribuzione statistica degli intervalli di tempo T, che al contrario possono essere misurati con relativa facilità.
In una prima misura [b4] abbiamo confermato i risultati ottenuti da altri gruppi sulla possibilità di descrivere la distribuzione statistica dei tempi T con una legge di intermittenza di tipo II; abbiamo tuttavia notato delle deviazioni a questa legge quando ci si avvicina alla soglia in corrente per l’apparizione delle fluttuazioni. Abbiamo dunque migliorato il nostro apparato sperimentale per potere estendere la misura al caso in cui il tempo T diviene molto grande. Questo ci ha permesso di stabilire che l’ipotesi dell’intermittenza non è realizzata che per dei casi particolari.  D’altra parte abbiamo potuto identificare due regimi di fluttuazione probabilmente legati a origini dinamiche differenti per le LFF. La distribuzione statistica dei tempi T per  certi valori dei parametri sperimentali presenta un doppio picco la cui origine resta finora non spiegata.
Un’altra informazione che si può ottenere sulla dinamica del sistema è data dalla sua funzione di correlazione. Abbiamo svolto una misura indiretta della funzione di correlazione studiando l’asimmetria dell’emissione ottica dalle due facce del diodo [a6]. Nel caso di emissione dalla faccia avanti la pendenza della curva intensità –corrente è più piccola  di quella osservata dall’altra. Inoltre abbiamo osservato per la prima volta che le LFF si presentano come un aumento dell’intensità. Tutto questo si può spiegare per un effetto di coerenza del campo elettrico ai tempi (t, t+ t). abbiamo così potuto dimostrare sperimentalmente che che le fluttuazioni di bassa frequenza sono una perturbazione di uno stato  di coerenza luminosa seguiti da una transizione a uno stato decorrelato. Questi comportamenti sono stati confermati con delle simulazioni numeriche. Poiché si possono riprodurre i comportamenti osservati sperimentalmente con delle equazioni di rate senza termini di rumore aggiunti, siamo portati a pensare che il moto del sistema si svolga su un attrattore caotico.


 Modifica delle forme di riga in vapori alcalini eccitati da laser
 Parallelamente allo studio delle instabilità dei diodi laser , nella prospettiva di studiare degli effetti di instabilità spaziali e di applicazioni al raffreddamento laser, abbiamo cominciato a sviluppare dei diodi laser alla frequenza della riga D2 dell’atomo di Cesio (852 nm). Questa riga, quando osservata in spettroscopia lineare, presenta due picchi corrispondenti ai due livelli iperfini dello stato fondamentale, separati di 9.19 GHz. La larghezza Doppler di ogni picco è di 300 MHz. L’uso di un laser accordabile con continuità su questo intervallo di frequenza ci ha permesso di scoprire un effetto inatteso [a5]: se una piccola quantità di gas tampone (qualche Torr di Neon nel nostro caso) viene aggiunta al vapore di Cesio , i due picchi si fondono in uno solo centrato tra i due picchi originali.  Occorre notare che l’allargamento collisionale resta molto piccolo rispetto alla larghezza Doppler Dn e che il massimo della risonanza è ottenuto a una frequenza che è separata di 15 Dn rispetto ai picchi originali.

Questo effetto si spiega con un  modello a equazioni di rate in cui si tiene conto dell’interazione simultanea del laser con le due transizioni, del pompaggio ottico iperfine e dell’aumento del tempo di interazione del laser con gli atomi a causa delle collisioni con il gas tampone.

Nel quadro della collaborazione con L. Windholz dell’Università di Graz (Austria) abbiamo utilizzato questo modello per spiegare gli spettri del vapore di Sodio ad alta densità ottenuti qualche anno prima e non pubblicati in assenza di un modello teorico soddisfacente.

articoli PDF : a5 (Phys Rev A, 1993)



 Misura di sezioni d’urto di collisioni tra atomi di Cesio eccitati
  Abbiamo approfittato dell’esperienza ottenuta con i diodi laser sulla riga D2 del Cesio e dell’esperienza già esistente nel gruppo sulle collisioni atomiche per fare una misura della sezione d’urto di collisione per il processo 6PJ + 6PJ -> 6S + (nL)J. Si tratta di una collisione tra due atomi nello stato 6PJ in cui uno degli atomi torna allo stato fondamentale mentre l’altro acquista dell’energia (“energy pooling”). Questo processo costituisce uno dei processi di perdita all’interno delle trappole magneto-ottiche. Il principio dell’esperimento è di misurare il rapporto tra la fluorescenza degli atomi eccitati dal laser e quella degli atomi eccitati collisionalmente.  Se la densità di popolazione nello stato 6PJ è nota e si sa stimare l’effetto di intrappolamento della radiazione , la misura di questo rapporto permette di ottenere il valore della sezione d’urto del processo. Queste due quantità sono legate tra loro e la loro stima è delicata.  Questa misura è stata effettuata in collaborazione con John Huennekens della Lehigh University, Pennsylavania. Nell’esperimento fatto a Pisa  l’effetto di intrappolamento della radiazione è stato ridotto utilizzando una cella capillare; è stato tuttavia necessario sviluppare un modello teorico per valutare quest’effetto e potere calcolare la popolazione nello stato eccitato. I risultati ottenuti a Pisa [a9,a12] sono in buon accordo con quelli ottenuti a Lehigh [a10].


articoli PDF : a10, (Phys. Rev. A 1996 ), a12, ( J. of Physics A 1997)


Misura del Lamb Shift nello stato fondamentale dell’Idrogeno.
 Questa misura è stata effettuata durante il mio periodo postdottorato  nel gruppo di Francois Biraben al Laboratoire Kastler-Brossel della Scuola Normale Superiore di Parigi. Questa esperienza è stata per me molto preziosa sia perché mi ha permesso di familiarizzarmi con diverse tecniche di fisica atomica, fisica dei laser e ottica non lineare che perché mi ha permesso di acquisire la mentalità tipica degli esperimenti a precisione spinta, in cui ogni dettaglio deve essere compreso perché tutti contribuiscono al risultato finale.
 La misura del Lamb shift consiste a misurare lo scarto che esiste tra la frequenza di transizione a due fotoni 1S-3S (102.5 nm) e  quattro volte la  frequenza della transizione 2S-6S (410 nm). Per questo si usa un laser Ti:Sa  quadruplicato in frequenza  con due cristalli non lineari, ognuno piazzato in una cavità di esaltazione. Il mio lavoro è consistito principalmente  nell’ottimizzare il rapporto segnale rumore della transizione 1S-3S. In effetti, la rivelazione di questa transizione è la parte più delicata dell’esperimento per due ragioni. Innanzitutto, poiché l’efficienza di raddoppiamento di frequenza nel secondo cristallo è molto piccola, la potenza disponibile per l’eccitazione della transizione è molto piccola. In secondo luogo, questa potenza è disponibile solo per un tempo limitato, inferiore al tempo necessario per avere una statistica sufficiente. Siamo riusciti a ridurre al meglio le sorgenti di rumore provenienti dal fascio atomico, ad aumentare l’efficienza di rivelazione dei fotoni emessi per fluorescenza e ad aumentare la potenza ottica disponibile a 205 nm. Questo ha permesso di ottenere la misura a tutt’oggi più precisa del Lamb shift (incertezza relativa di 5.6 parti in 106)

articoli PDF : a9 (PRL 1996)

 Riflessione e diffrazione di atomi metastabili da un’onda laser evanescente.
 Questo lavoro è stato effettuato durante il mio soggiorno al Laboratoire des Physique des Lasers (università Paris XIII).  La mia partecipazione agli esperimenti condotti da questo gruppo è consistita nella presa in carica totale della realizzazione di sorgenti laser a semiconduttore accordabili sulle frequenze ottiche dell’Argon metastabile. Lo scopo di questa operazione è stato quello di avere a disposizione delle sorgenti laser versatili, di lunga durata e i cui costi di manutenzione fossero considerevolmente ridotti rispetto al sistema laser ad Argon-laser a colorante, precedentemente usato.  Questo montaggio è stato realizzato in un periodo effettivo di 8 mesi. Alla data della mia partenza, l’apparato sperimentale consisteva in un sistema di due diodi laser in cavità estesa, di cui uno stabilizzato su un riferimento atomico e l’altro stabilizzato su di una frequenza spostata in maniera controllabile. Il riferimento atomico è ottenuto per spettroscopia in saturazione su argon metastabile ottenuto con una scarica a radiofrequenza.  Lo spostamento in frequenza si fa con una cavità  Fabry Perot la cui lunghezza è stabilizzata sulla riga atomica. Il secondo laser  può essere spazzato in frequenza (modulando in maniera sincrona la corrente di pompaggio e la lunghezza della cavità esterna si possono ottenere diversi GHz di accordabilità continua) oppure asservito su un picco di trasmissione del Fabry Perot.  Questo laser viene iniettato in un altro diodo laser a potenza elevata che ne assume così le proprietà spettrali.  Questo fascio può quindi essere utilizzato per manipolazioni ottiche di un fascio di atomi di Argon metastabili, sfruttando l’onda evanescente ottenuta per riflessione totale in un prisma o l’onda evanescente di una fibra ottica. Questo caso ha fatto l’oggetto di uno studio teorico di fattibilità  [a13].
Interazione di atomi di Rydberg freddi
 A partire da Settembre 96 mi sono  spostato nel gruppo di Pierre Pillet al Laboratoire Aimè Cotton (CNRS, Orsay) per partecipare ad un esperimento sulle interazioni tra atomi di cesio preventivamente raffreddati in una trappola magneto ottica e preparati in uno stato di Rydberg. L’uso di un campo elettrico statico permette, per effetto Stark, di spostare i livelli di energia ed ottenere quindi  le condizioni di risonanza necessarie per le collisioni di tipo nL+nL-> n’L’+ n’’L’’. L’interesse di questo tipo di collisioni è che la situazione sperimentale è del tutto nuova per un gas: poiché gli atomi sono fermi sulla scala di tempo dell’esperimento, questo sistema somiglia più ad uno solido amorfo che ad un   vapore. Poiché un atomo interagisce con tutti i suoi vicini, sono attesi degli effetti collettivi.
Il risultato principale di quest’esperimento è che la probabilità di transizione è molto più grande di quella ottenuta se si considerasse solo l’interazione per coppie. E’ stato sviluppato un modello analitico basato sull’introduzione di due processi elementari: un atto elementare a due atomi, iniziato dalle coppie di atomi più vicine (creazione di coppie n’L’+n’’L’’) e un processo di diffusione dello stato finale dell’atomo (per scambio dell’eccitazione n’L’+nL->nL+n’L’) che riproduce bene i risultati sperimentali [a14].  Inoltre, ho eseguito delle simulazioni numeriche basate sull’evoluzione quantistica di questo sistema per mettere in evidenza questo processo di diffusione [a15]: attraverso la simulazione Montecarlo del sistema costituito da un atomo in uno stato n’L’ circondato da atomi nello stato nL è possibile calcolare la densità degli stati di questo sistema complesso, che poi può essere utilizzata per il calcolo analitico della probabilità di transizione n’L’->nL.  Un altro risultato interessante è l’osservazione di interazioni in cui le risonanze coinvolte sono due [c19]; in questo caso l’interpretazione più intuitiva è data dall’interazione a tre atomi, ma la probabilità di avere 3 atomi nella trappola in una configurazione adatta a spiegare i risultati sperimentali è praticamente nulla. Il problema resta teoricamente  aperto.

articoli PDF (PRL 1998)

 Retrodiffusione coerente di luce.
 Il quadro generale di questa attività è la propagazione di onde in mezzi aleatori; a causa della diffusione multipla e dell’interferenza tra le onde diffuse ci si attendono effetti interessanti e ancora poco noti come la localizzazione dell’onda. Nel caso della luce, un effetto precursore della localizzazione è la retrodiffusione coerente. Contrariamente all’intuizione comune, che vuole che le interferenze tra le onde diffuse siano mediate a causa della natura aleatoria del mezzo, esiste sempre un effetto di interferenza costruttiva tra  percorsi luminosi che sono invertiti temporalmente. L’intensità della luce retrodiffusa è dunque esaltata di un fattore 2 e la sua distribuzione angolare ha l’aspetto di un cono.  Questo effetto è stato osservato sperimentalmente negli anni 80 su delle microsfere in sospensione e può essere osservato facilmente su diversi mezzi diffusori.  L’interesse di usare atomi freddi come mezzo diffusore risiede nella possibilità di avere una sezione di diffusione risonante,  quindi di potere variare l’intensità diffusa su diversi ordini di grandezza, e di introdurre un grado di libertà supplementare controllando la polarizzazione atomica; inoltre, poiché gli atomi sono identici, essi hanno le stesse proprietà diffusive, il che rende a priori più semplice l’interpretazione dei risultati.
Inoltre diversi interrogativi sono aperti, per esempio se la natura quantistica dell’interazione luce atomo gioca un ruolo, quale sia l’effetto della struttura interna dell’atomo e dei campi esterni , o se l’emissione spontanea possa distruggere completamente l’esaltazione della retrodiffusione.
E’ stato quindi intrapreso uno studio sperimentale della diffusione coerente sia da parte di atomi di Rubidio raffreddati in una trappola magneto ottica che da un vapore termico ad alta densità. Quest’ultimo caso è a priori meno favorevole perché il moto atomico non è più trascurabile, ma l’effetto della diffusione multipla può essere esaltato da grandi spessori ottici; allo scopo ho costruito un forno che permettesse di raggiungere alte densità di vapore di Rubidio, ma finora questo tipo di configurazione non ha dato effetti di retrodiffusione coerente.
L’esperimento sugli atomi freddi ha dato invece un risultato positivo [a17]. Per ottenere questo risultato è stato fondamentale utilizzare una trappola in regime impulsato, in modo da potere tagliare completamente la luce parassita dei fasci laser che costituiscono la trappola. Per questo è stato fondamentale sviluppare un sistema laser  che fosse costituito da un solo fascio ad alta potenza e che dunque potesse essere tagliato con facilità attraverso un   modulatore acusto ottico.  Il sistema laser è stato da me sviluppato partendo dal chip in commercio, realizzando il sistema di iniezione di un laser stabilizzato a bassa potenza.

articoli PDF (PRL 1999)
 

Lidar Raman UV a 248 nm.
 La tecnica LIDAR (LIght Detection And Ranging) consiste nel rivelare la radiazione diffusa dall’atmosfera di un laser impulsato. Risolvendo temporalmente il segnale rispetto all’istante di partenza dell’impulso laser è possibile ottenere informazioni risolte spazialmente sui costituenti dell’atmosfera.
Il sistema  lidar dell’Università di Lecce è stato realizzato a partire da un laser a eccimeri KrF che  emette a 248 nm. Ho curato tutta la fase di messa a punto di questo sistema e le procedure per l’analisi dei dati.  La lunghezza d’onda è prossima  al  massimo della  banda di assorbimento dell’ozono, di conseguenza il fondo solare risulta essere completamente trascurabile. Diventa allora possibile effettuare delle misure con la tecnica Raman durante tutto il corso della giornata.  Il principio di questa tecnica consiste nel rivelare  la componente Raman  vibrazionale delle molecole presenti in atmosfera: selezionando spettralmente la radiazione raccolta si ottiene un segnale che dipende dalla concentrazione di una determinata molecola.   I segnali delle molecole la cui percentuale in atmosfera è fissa (O2,N2) possono essere usati come segnali di calibrazione per i segnali di molecole la cui concentrazione è variabile, come il vapore acqueo.  Inoltre essi possono essere usati per avere una misura dell’estinzione totale.
Dal rapporto tra i segnali Raman di N2 e H2O si ottiene il rapporto di mescolamento del vapore acqueo; occorre però tenere conto del fatto  che le due lunghezze d’onda sono estinte differentemente dall’atmosfera, principalmente a causa dell’ozono. E’ necessario dunque determinare in qualche modo questo fattore di trasmissività differenziale, il che è in pratica equivalente a determinare la concentrazione di ozono. Inoltre l’estinzione ha in media valori piuttosto alti: ne consegue che il range di altezza delle misure è limitato a circa 1000 metri. Qualsiasi metodo che permette di aumentare il rapporto segnale su rumore è quindi utile.  Abbiamo sviluppato un metodo di analisi che permette, sotto ipotesi ragionevoli, di  ridurre notevolmente l’errore statistico sul fattore di trasmissione differenziale [a19]; nelle stesse ipotesi anche l’errore statistico sulla concentrazione di ozono può essere ridotta [a20] rispetto ai metodi convenzionali.  La possibilità di fare misure di vapore acqueo anche durante le ore diurne è stata utilizzata per confrontare l’evoluzione misurata nel corso di 24 ore con quella del modello meteorologico  RAMS, in collaborazione con Paolo Martano dell’istituto CNR ISIATA, Lecce [a22].

 Monitoraggio di aerosol atmosferici e vapore d’acqua a 351 nm
 A partire da febbraio 2000 il nostro gruppo fa parte della rete europea di monitoraggio di aerosol tramite tecniche lidar EARLINET. Lo scopo di questo progetto è di stabilire una banca dati significativa su scala europea per potere stabilire l’effetto degli aerosol atmosferici sul clima. La rete è composta da 20 stazioni lidar sparse su tutto il territorio europeo e si effettuano 3 misure di coefficiente di retrodiffusione e di estinzione per settimana.. Per potere realizzare questo tipo di misure non si può lavorare ad una lunghezza d’onda che possa essere assorbita dall’ozono o da altre specie molecolari, per cui  questa è stata cambiata da 248 nm a 351 nm utilizzando l’eccimero XeF come mezzo attivo. Di conseguenza le misure diurne sono affette dal fondo solare. Attualmente il sistema è in grado di acquisire solo segnali elastici durante le ore diurne, mentre durante le ore notturne è possibile acquisire anche i segnali Raman dell’azoto e del vapore acqueo. I miglioramenti  previsti per l’immediato futuro sono:
¨    l’acquisizione di filtri interferenziali al posto dei monocromatori attualmente in uso per la selezione spettrale; questo permetterà di aumentare l’efficienza di raccolta e quindi migliorare il rapporto segnale rumore; l’acquisto successivo di filtri interferenziali a banda passante più stretta permetterà di utilizzare i segnali Raman anche durante le ore diurne.
¨    L’acquisizione di fotomoltiplicatori e transient digitizer ottimizzati per i segnali lidar permetterà un aumento notevole del rapporto segnale rumore e della velocità di acquisizione, con un conseguente miglioramento della risoluzione temporale. L’analisi per correlazione dei segnali elastici acquisiti in un tempo breve rispetto ai tempi tipici di evoluzione atmosferica permetterà di effettuare profili del vento in quota. Quest’ultimo aspetto diventa importante per la nostra partecipazione al progetto regionale “Nowcasting” che è una collaborazione tra diversi gruppi di ricerca impegnati nello sviluppo di un modello metereologico per le previsioni a breve termine. La possibilità di potere fornire dei  profili di vento, temperatura e umidità è molto importante per i test di convalida del modello.
 Altre attività
 L’altra attività principale del gruppo di Maria Rita Perrone a cui collaboro è lo studio del danneggiamento laser di film sottili. E’ questa un’attività di notevole rilevanza tecnologica e di grande interesse scientifico per l’interdisciplinarità  richiesta.  Nel gruppo è stata sviluppata una tecnica ottica che permette di rivelare  non solo l’inizio del danneggiamento ma anche il tipo di coinvolto. Questa tecnica, combinata con altre analisi del materiale, permette quindi di stabilire qual è l’origine del danneggiamento [a23,a24,b13]
Sono stati inoltre fatti degli studi sul trattamento laser di film di Solfuro di Samario [a16]; questo è un materiale che ha l’interessante proprietà di cambiare la sua resistenza con la pressione applicata. Mediante trattamento con un laser a eccimeri è possibile cambiare le caratteristiche di film di questo materiale, il che permette di accordare le caratteristiche di un sensore basato su questo effetto.
Inoltre sono stati continuati alcuni aspetti del lavoro che è stato fatto negli anni precedenti sulle caratteristiche dei laser a eccimeri. Uno dei problemi nell’uso di questi laser è la cattiva qualità del fascio: per migliorare questo aspetto sono state sviluppate cavità risonanti non convenzionali, con specchi gaussiani o a fase unificata. Per comprendere appieno il comportamento di questi laser occorre tenere conto dell’interazione tra coerenza e evoluzione temporale del guadagno [b10];  la geometria della cavità ha anche un ruolo importante [a25].
Infine, poiché i laser a eccimeri non sono accordabili, diventa importante potere contare su delle tecniche che permettano di variare la lunghezza d’onda della radiazione prodotta. Questo si può ottenere tramite la conversione Raman in mezzi molecolari, e questa possibilità può essere sfruttata anche nelle nostre applicazioni LIDAR.  Variando le proprietà di polarizzazione della luce incidente è possibile ottimizzare la conversione Raman vibrazionale e rotazionale [a21].
 

Attività didattica

Durante il servizio militare, svolto come ufficiale di complemento presso l`Accademia Navale di Livorno, sono stato impiegato  presso il Gruppo Insegnamento Artiglieria, collaborando alla didattica per le applicazioni della statistica e dell'optoelettronica;  ho partecipato  allla campagna estiva di addestramento della seconda classe come insegnante di Fisica 2  per gli allievi  che dovevano sostenere l'esame nella sessione autunnale.
    Durante il corso di dottorato ho seguito l'attività di tesi di due laureandi.
Nominato cultore della materia  per "Fisica generale" nell'A.A 1992/93  ho svolto attività di esercitazioni in assistenza al corso di Fisica II tenuto dal prof. Leone Fronzoni per il corso di Diploma in Ingegneria Elettronica, Facoltà di Ingegneria, Università di Pisa, e ho fatto parte della commisione d'esame.
    Nella  posizione al Laboratoire de Physique des Lasers ho seguito l'attività di ricerca di una dottoranda e ho avuto la responsabilità dell'inquadramento di uno  studente del terzo anno di fisica ("licence") che ha effettuato  uno stage sperimentale di 5 settimane presso il nostro gruppo .
    Al laboratoire Aimé Cotton  ho  avuto la responsabilità della formazione di uno studente all'inizio della sua tesi di dottorato  presso il nostro gruppo.
    All’Institut Non Lineaire de Nice ho avuto la responsabilità dello stage sperimentale  di fine studi di uno studente dell’Ecole Superieure d’Optique.  In questo stage, della durata di tre mesi, sono stati sviluppati dei laser a diodo in configurazione di cavità esterna  da applicare all’esperimento di retrodiffusione coerente su atomi freddi.
    Durante la permanenza a Lecce sono stato correlatore di  4 tesi di laurea e ho tenuto nel Febbraio 2000 un corso di 5 ore sui principi di funzionamento e le applicazioni del Lidar per gli studenti del corso di “Elettronica quantistica”.

Attività didattica corrente.

Corso di Laurea in Fisica ( a.a 2001/2002 e 2002/2003)
 


Corso di Laurea in Matematica  ( a.a 2001/2002 )

    Una selezione di articoli in versione PDF:

    (Phys Rev A, 1993)
    (Phys. Rev. A 1996 )
    (J. of Physics A 1997)
    (PRL 1996)
    (PRL 1998)
    (PRL 1999)