Barche a vela ...
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         Moby Dick
Mio padre compra Moby Dick nel 1949, all'età di 24 anni. All'epoca non ha certo di che scialare (non che in seguito le cose miglioreranno di tanto) ma, a suo dire, potrebbe comprarsi un'automobile, se non fosse che viene messa in vendita a Taranto una barca che lo aveva intrigato anni prima, e quindi la scelta è presto fatta.  Questa foto è stata fatta nello stesso anno, con molta probabilità a Gallipoli, nostra città di origine, o a Taranto, città di adozione per motivi professionali. E' difficile  fare una ricostruzione precisa, perchè la costa che si vede adesso sarà abbondantemente edificata.

Notare la grande randa, tale e quale quella di una Star. Pero'  all'epoca la barca aveva la deriva mobile!

Non si sa se fosse questo il piano originale. Ho qualche sospetto sulla paternita' di questa barca ma devo fare qualche ricerca.

L'unica cosa che so e' che la barca e' stata costruita a Taranto (ricordo la licenza originale, oggi purtroppo andata perduta  perche' riconsegnata in Capitaneria quando  qualche anno fa quando fu dematricolata), forse nel 1936. Non ricordo piu' il nome del cantiere che d'altra parte probabilmente non esiste piu'.










Questa foto è copiata da una cartolina illustrata, e raffigura il porto di Gallipoli. Come si puo' intuire problemi di posto barca non ce ne erano. L'epoca dovrebbe essere i primi anni 60, lo si puo' vedere dall'assenza dell'orribile grattacielo costruito alla fine del decennio.. certamente prima del 1965, in quanto in quell'anno la barca cambiera' aspetto.

La motobarca in secondo piano  mi hanno spiegato essere un mezzo dell'Aeronautica Militare adibito al rimorchio di idrovolanti.













Nel 1965  compaiono gli hyppies negli USA, i Beatles tengono il primo concerto in Italia,  comincia la rivoluzione sessuale .. tutto questo a Gallipoli arrivera' molto piu' tardi, e mio zio Roberto de Tomasi, che si e' appena laureato, si  lancia in una  ristrutturazione : la barca venne scoperchiata, furono aggiunti 2 corsi di fasciame , la tuga fu allungata e il piano velico modificato.   Questa sequenza di foto illustra la situazione. Notate il ragazzino al lavoro sullo sfondo.

I lavori si protrassero per circa un anno, sullo scalo del cantiere Maggio, a Gallipoli. Posso immaginare che l'ospitalita' fu del tutto amichevole.   La motivazione nautica fu probabilmente  la voglia di  avere  una barca  un po' piu' abitabile e un  po' meno sportiva.  Zio Roberto fara' una piccola crociera una ventina di anni dopo, arrivando forse  fino a Tricase da  Taranto.





Possiamo vedere qui che la maggiore altezza fu ottenuta soprattutto storcendo quello che in gergo si chiama il "cavallino".  Un confronto con il peschereccio in secondo piano mostra chiaramente di cosa parlo.  Mio padre sostiene che questa soluzione fu ispirata dal "Piviere". Effettivamente il primo Piviere e' del 1965, ma  dubito che ne fossero a conoscenza.



















E questo e' il risultato. La foto e' dei  primi  anni '70. 



Un'altro grosso lavoro venne fatto nel 72, con una continuazione l'anno successivo. Stavolta  il principale artefice fu  mio cugino Diego Basurto che oggi ha una certa notorieta' locale come regatante e skipper.  Fu eseguita la "plastificazione " con fibra di vetro e resina dello scafo.  Questo pero' non risolse il problema della tenuta stagna che era probabilmente dovuto alla cassa della deriva. L'anno successivo cassa e deriva furono eliminate, fu installato un paramezzale e da allora la barca e' stata asciutta. La deriva mobile originale fu trasformata in una deriva fissa. Purtroppo adesso lo strato di vetroresina e' in gran parte scollato, come sempre capita in questi casi, per cui sara' necessario un altro intervento.











Anni 2000, la barca continua a  navigare. Qui si riconoscono  mio padre al timone, mio cugino Tommaso alla randa e io  che faccio il tailer durante una regata di beneficienza, a Taranto.

Qualche altra piccola modifica: pulpito di prua e di poppa, tientibene, zavorra esterna (bulbo).  Il motore fuoribordo e' montato all'interno in modo non ortodosso.  All'estremita' della poppa e' stato praticato un buco nel fasciame in modo che si potesse infilare un fuoribordo con l'elica smontata. Il motore e' fissato a una paratia interna e il buco e' stato semplicemente sigillato con silicone. Questa soluzione e' stata utilizzata a causa di due fuoribordo rubati.


  Insomma, rispetto al disegno originale la barca e' senz'altro meno bella, piu' pesante e certamente meno "scattante".  Tuttavia mantiene un certo fascino per cui credo che mi inbarchero' in un lavoro di restauro, certamente non filologico, quel tanto che basta per potere andare in giro in sicurezza.








Questa foto mostra che siamo dietro a tutti, ma volete mettere la classe !






















Passand II


Passand II è un  First 349 del 1984, credo, ed è di proprietà di un gruppo di  7 (sette!) persone che vivono tra Parigi e Nantes. La barca risiede a Pornichet , porto turistico a Nord di  Nantes. Da quando è stata comprata, nel 1998, ha viaggiato abbastanza: Galizia, Portogallo, costa Basca, Canarie...  Nel 1998 ho fatto la crociera in Galizia, andata e ritorno da Pornichet. Nel 1999 ho raggiunto la barca che tornava da Lisbona a Vigo, e ci siamo fatti una traversata del golfo di Biscaglia costantemente con il vento in poppa, 20-30 nodi. Nell'estate 2002  ho viaggiato da Madeira a Lisbona,  contro gli alisei e il buon senso, pero' mi sono tanto divertito.

Questa foto è stata fatta a Belle-Ile , in Bretagna.











Lisbona, agosto 2002: di ritorno da Madeira.  In secondo piano i due che a turno si sono sciroppati il comando della barca: Joe e io. In primo piano un ospite suo malgrado..


Quando ho pianificato questo viaggio, cercai un po' di resoconti sul web. Su decine  di relazioni che descrivevano il viaggio da Lisbona a Madeira, trovai uno solo che descriveva la traversata in senso inverso. Era un inglese che descriveva  la  navigazione come "unpleasant", il che conoscendo il gusto inglese per l'understatement doveva forse farmi preoccupare un po'. Effettivamente noi mediterranei facciamo fatica a immaginare cosa puo' fare un vento regolare di 20 nodi  con  500 miglia di fetch . Bordeggiare in questa situazione puo' essere effettivamente "unpleasant".

Tuttavia , avendo una certa adattabilita' e non avendo sofferto di mal di mare posso dire di essere stato abbastanza bene.  Gli ultimi 2 giorni abbiamo potuto allargare la bolina e le cose sono nettamente migliorate. Come sperato, siamo arrivati a Lisbona all'alba e lo spettacolo della costa che a poco a poco si illuminava ci ha ripagato di tutti i disagi.
















Magic


Questa pagina e' dedicata alle barche di cui sono un habitue', quindi questo Solaris 36 non c'entra poi molto. Pero' lo voglio mettere lo stesso perche'  su questa barca ho partecipato a una regata  davvero tirata, anche se tra amici, e abbiamo anche vinto. Sulla destra l'equipaggio: da sinistra in primo piano io, Angela, Roberto, Nunzio, dietro Franco e Mauro. La regata e' la VOC 2003, Rimini-Cittanova e ritorno, organizzata dalla mailing list VeLista



Brava Giulia

J24 dell'armatore Flavio Massari (quello al centro che saluta). Nell'inverno 2004/2005 abbiamo partecipato al campionato minialtura di Bari e ad altre regate locali. Stiamo scaldando i muscoli per la ripresa autunnale. In questa foto sono al timone ( e non siamo in regata).














Barchette

In primavera 2005 si e' formata  una cooperativa di 5 persone per avere due barchette, una sullo Ionio e l'altra sull'Adriatico, in particolare a Porto Cesareo e a San Cataldo.  Quella di Porto Cesareo e' il catamarano ritratto a fianco, un vecchio Mattia senza altre sigle, probabilmente il primo della serie.  Divertimento assicurato nei giorni di tramontana fresca.


L'altra e' un Tridente, noto derivone nato per la scuola.  Foto non ancora disponibile.