IL NUOVO TRIENNIO DEL CORSO DI LAUREA IN FISICA
La definizione del nuovo Corso di Laurea in Fisica
Obiettivi
formativi e struttura del Corso di Laurea.
Gli obiettivi formativi del nuovo Corso di Laurea (I livello) sono definiti
nel D.M. 509/99 (Ref. 1): “Il corso di
laurea ha l'obiettivo di assicurare allo studente un'adeguata padronanza di
metodi e contenuti scientifici generali, nonché l'acquisizione di specifiche
conoscenze professionali”.
Con maggior incisività erano già stati indicati nella II
nota di indirizzo (Ref. 2), là dove si afferma:
“Il primo livello ... ha per obbiettivo di fornire allo studente una
formazione
culturale e professionale
compiuta, spendibile sul mercato del lavoro, tale
da poter dare accesso, di
norma, alle attività per le quali attualmente si
richiede la laurea, salvo
specifiche e motivate eccezioni per attività e funzioni che richiedano
espressamente il titolo finale di II livello”...
Affermazione quest’ultima
che, al suo apparire, suscitò non poche discussioni e perplessità in alcune
aree disciplinari, inclusa quella fisica.
In sostanza, il Corso di Laurea
(I livello) dovrebbe fornire allo studente conoscenze e competenze sia per un
inserimento diretto in attività lavorative sia per successivi percorsi di
approfondimento (Corsi di Laurea Specialistica) e di specializzazione (Corsi di
Specializzazione, Master).
In una area disciplinare come
quella fisica il raggiungimento di questi obbiettivi è difficile.
Infatti, tradizionalmente,
l’educazione impartita agli studenti sia nella fisica di base sia in quella
applicata è quasi sempre stata orientata verso la ricerca: con il risultato
di produrre un laureato con una
formazione tipica di chi e` destinato alla ricerca. Per questa ragione il Corso
di Laurea in Fisica è sempre stato caratterizzato da una buona base
metodologica e da una forte valenza conoscitiva.
Fino ad un decennio fa i più
importanti canali di reclutamento dei laureati in fisica erano la Scuola
Secondaria , gli Enti pubblici di ricerca e le aziende pubbliche o private in
cui i laureati erano impiegati in attività di ricerca e sviluppo. I più
importanti canali di reclutamento dei laureati in fisica erano omogenei
all'impostazione didattica del Corso di Laurea.
La rapida evoluzione della
societa' negli ultimi 15-20 anni ha modificato anche i possibili canali di
reclutamento dei laureati in fisica (Ref. 3, 4).
Ora stiamo vivendo una fase di
transizione in cui si aprono nuove possibilita' di lavoro: si pensi, ad
esempio, alla maggior sensibilita' che la societa' odierna ha raggiunto negli
ultimi 15-20 anni nei confronti della salute, dell'ambiente e, in genere, della
qualita' della vita.
Ma soprattutto stiamo vivendo una
fase di transizione in cui le occasioni di lavoro in posti fissi (statali o
privati) diminuiscono a favore di contratti di lavoro a tempo determinato,
assegnati a vari livelli di competenze.
Di questi mutamenti e' necessario
tenere conto nei futuri corsi di Laurea e di Laurea Specialistica, offrendo,
fin dal primo triennio, allo studente la possibilita' di acquisire competenze
specifiche.
La struttura data da questa
riforma agli studi universitari, e cioè un primo livello triennale con obiettivo
di fornire allo studente una formazione culturale e professionale compiuta,
spendibile sul mercato del lavoro, seguito da un biennio di formazione prevalentemente
specialistica o professionale ha come conseguenza (e lo si osserva molto bene
nei decreti ministeriali che determinano le classi) una forte riduzione degli
insegnamenti di base a favore di insegnamenti piu`
tecnico-specialistici. Nelle Facolta` di Ingegneria, ma anche nella Facoltà di
Scienze MM.FF.NN., si avra` una notevole riduzione dello spazio ora dato agli
insegnamenti di base : sono stati cioè definiti dei percorsi triennali con una
forte impostazione tecnica riducendo al minimo (in certi casi sarebbe più
corretto dire eliminando) la formazione di base.
Per quanto riguarda l’area
fisica, si è cercato di definire dei
Corsi di Laurea triennali di fisica e di fisica applicata, mantenendo
ancora una buona base metodologica, a cui la comunità dei fisici non è disposta
a rinunciare. Questa impostazione riserva , come vedremo poi, poco spazio
(ovvero un numero limitato di crediti) alla acquisizione di nozioni
tecnico-specialistiche e pone quindi
dei limiti nella definizione di curricula di fisica applicata.
I
laureati triennali in fisica hanno bisogno di una solida preparazione di base,
eventualmente di una connotazione tecnico professionale specifica, devono avere
ricevuto una educazione e delle competenze per interagire o lavorare in settori
affini e dovrebbero avere alcune conoscenze del mondo del lavoro esterno a
quello accademico.
E' necessario creare una
organizzazione didattica che fornisca a tutti gli studenti una buona
preparazione di base, e che offra agli studenti differenti curricula: uno di
questi per qualita' di conoscenze simile all'attuale triennio, altri con
caratterizzazioni tecnico professionali specifiche.
Un fisico triennale deve avere una buona
conoscenza della fisica classica e delle basi
della fisica moderna con particolare riguardo alla meccanica quantistica .
Deve avere esperienza pratica di misura
con strumentazione moderna, deve avere la capacita’ di raccogliere ed analizzare dati ed avere
capito bene cosa significa misurare e cosa significa il valore misurato.
Lo strumento
introdotto per la revisione della attuale didattica sia a livello di singoli
insegnamenti sia a livello di organizzazione didattica di un Corso di
Studio è il credito.
L’adozione del
sistema di crediti, così come indicato nel D.M. 509, comporta, tra le altre cose, che
un
corso di insegnamento non è piu' valutato in termini di numero di ore di
insegnamento, cioè di attività del docente, ma in termini di carico lavorativo
dello studente per acquisire concetti e
competenze di quel determinato insegnamento. Quindi per ogni insegnamento è
stimato l’effettivo carico didattico e, di conseguenza , e' definito il ruolo
che esso deve avere per il raggiungimento degli obiettivi formativi del Corso
di Studio.
Il Corso
di Laurea sarà strutturato in unità didattiche più snelle, in termini di numero di crediti,
rispetto ai tipici insegnamenti annuali. Per ogni unità didattica dovranno
essere utilizzate in modo appropriato le varie tipologie didattiche (lezione,
esercitazione, verifica dell’apprendimento in itinere) al fine di ottenere un
rapporto equilibrato tra didattica assistita e studio individuale dello
studente.
Di
conseguenza è possibile realizzare una organizzazione didattica (su base
quadrimestrale o semestrale) più
flessibile e più efficace dal punto di vista della propedeuticità. Il tutto con un carico didattico sostenibile
da parte dello studente, tale cioè da permettere il conseguimento della Laurea
in tre anni.
Naturalmente
la ridefinizione e ricomposizione dei contenuti di ogni insegnamento e, più in
generale, delle conoscenze del triennio comporta anche dei cambiamenti e delle
esclusioni rispetto al triennio della attuale Laurea quadriennale.
Che cosa
può restare e che cosa deve cambiare riguardo alle conoscenze dell’attuale
triennio?
Il
triennio attuale, per quanto riguarda le conoscenze impartite (cioè dal punto
di vista dell’insegnamento) è generalmente ritenuto buono: tuttavia non risulta
percorribile dalla maggior parte degli studenti in 3 anni. Nel processo di ridefinizione e ricomposizione
di cui sopra, vanno portati al II livello gli argomenti che sono utili agli
studenti del II livello e non lo sono a quelli del I, e sono da semplificare (e
ridurre) trattazioni troppo formali di matematica e di meccanica razionale. I
corsi di fisica portanti del triennio, anche in vista di curricula di fisica
applicata, sono le fisiche generali, i tre laboratori, istituzioni di fisica
teorica e struttura della materia. Le
conoscenze attualmente impartite nei corsi di fisica generale e nei corsi di
laboratorio vanno sostanzialmente mantenute. Alcuni argomenti che non trovano
spazio nel triennio, in particolare argomenti
relativi agli insegnamenti dell’attuale III anno, possono essere portati al I anno del II livello
e quindi recuperati dagli studenti che passano al II livello. In sostanza,
parte del I anno di una qualsiasi Laurea Specialistica attivata nella classe di
Scienze e Tecnologie fisiche dovrebbe essere dedicato al recupero di conoscenze
di base, in particolare di fisica moderna.
La
maggior flessibilità della organizzazione didattica potrà poi consentire di
trattare meglio alcuni argomenti di fisica come ad es. meccanica statistica,
ottica, relatività un pò sacrificati nel triennio del Corso di Laurea degli
attuali ordinamenti e potrebbe poi dare spazio, a livello fenomenologico, ad
altri aspetti della fisica ignorati nell’attuale triennio quali ad esempio
astrofisica, fisica della terra ecc..
Rispetto
alla situazione attuale è poi necessario l’inserimento di ulteriori argomenti
di informatica, intesi sia come teoria istituzionale (architettura degli
elaboratori, sistemi operativi, linguaggi) sia come laboratorio/pratica
(utilizzo di pacchetti applicativi, ecc.).
Infine
lo studente potra' acquisire sia attraverso stages presso aziende o enti sia
seguendo corsi di economia aziendale, management, comunicazione ecc.,
conoscenze utili all'inserimento in attivita' lavorative.
La
soluzione adottata dalla maggior parte delle sedi è consistita nel definire un
Corso di Laurea in Fisica, di carattere generale, propedeutico al Corso di
Laurea Specialistica in Fisica e tale
da potere accedere ad esso senza debiti formativi e che possa, con alcune
modifiche (utilizzando in modo opportuno 15-35 crediti), assumere anche
orientamenti tecnico-professionali. Tutti questi curricula (siano essi
indirizzi del Corso di Laurea o differenti Corsi di Laurea) hanno il I anno e parte del (o tutto il) II
in comune: questo consente allo studente di scegliere questo o quel curriculum
solo alla fine del I (o del II) anno e, quindi, con qualche elemento in più per
decidere quale scelta fare. Si tratta quindi di una caratterizzazione
tecnico-professionale abbastanza leggera.
Infine un
punto importante è il seguente: attivare un unico corso di Laurea in Fisica con
differenti indirizzi al suo interno o attivare più Corsi di Laurea ?
L’apertura
di più Corsi di Laurea comporta da un lato visibilità, dall’altro complessità
di gestione e possibile perdita di unità culturale.
E’
probabile la istituzione, da parte degli Atenei, di una nuova struttura
didattica: il Consiglio di Classe con il compito di organizzazione delle
attività didattiche relative ai Corsi di Studio attivati nella Classe. In
presenza di più Corsi di Laurea, l’istituzione del Consiglio di Classe
permetterebbe una gestione più coordinata delle attività didattiche ed
eviterebbe il rischio di una possibile
perdita dell’unità culturale dell’area.
Se le
cose andranno in questo senso, le sedi,
con un adeguato numero di studenti, potrebbero essere orientate ad attivare più
Corsi di Laurea.
La
maggior parte delle sedi ha preparato una proposta (eventualmente non
definitiva) di Corso di Laurea in Fisica, propedeutico al Corso di Laurea
Specialistico in Fisica al quale si accede senza debiti formativi.
Per
valutare in modo sintetico quali conoscenze (con il loro peso in crediti) abbia
appreso lo studente alla fine del Corso di Laurea in Fisica, possiamo dividere
e raggruppare le varie discipline nel modo seguente:
FISICA GENERALE
ESPERIM.
DI FISICA (Esperimentazioni di Fisica I, II, III)
MATEMATICA
(Analisi matematica I, II, Geometria, Metodi matematici della fisica)
FISICA MODERNA (Meccanica quantistica, Meccanica
statistica, Struttura materia, Fisica nucleare e subnucleare, Astrofisica,
Fisica della terra, ecc. ed eventuali corsi di II livello)
MECCANICA
RAZIONALE
CHIMICA
INFORMATICA (Settori K05A, K05B)
A SCELTA (Attività formative scelte dallo studente)
PROVA FINALE
(Prova finale e lingua straniera)
MONDO LAVORO
(Attività formative utili all’inserimento nel mondo del lavoro)
La distribuzione
dei crediti su queste voci varia inevitabilmente da sede a sede. Nella Tabella
1 sono riportati, per le voci di cui
sopra, numeri rappresentativi dei crediti attribuiti e
il relativo
numero percentuale di crediti riferito al totale (180).
Tabella 1.
|
numero crediti |
% crediti |
FISICA GENERALE |
30 - 32 |
17 - 18 |
ESPERIM. DI
FISICA |
25 - 35 |
14 - 19 |
MATEMATICA |
35 - 40 |
19 - 22 |
FISICA MODERNA |
30 - 35 |
17 - 19 |
MECCANICA
RAZIONALE |
6 |
3 |
CHIMICA |
6 |
3 |
INFORMATICA |
5 - 9 |
3 - 5 |
A SCELTA |
10 |
6 |
PROVA FINALE |
9 |
5 |
MONDO LAVORO |
10 |
6 |
I corsi
di insegnamento di Fisica generale e di
Esperimentazioni di fisica assieme hanno il 34% del totale dei crediti.
La matematica ha conservato il 21% del totale dei crediti. La
preparazione di base continua ad essere importante anche nella futura Laurea
triennale.
Nella
maggior parte dei casi, i curricula in fisica applicata sono definiti
caratterizzando in senso tecnico il Corso di Laurea in Fisica utilizzando
tipicamente 15 – 35 crediti. L’inserimento di questi crediti avviene in genere
sottraendo crediti alla fisica moderna, sostituendo (o aggiungendo) crediti
relativi alle Esperimentazioni di fisica con crediti di Laboratori
specialistici e talvolta diminuendo crediti alla Matematica.
Possibili attivita' lavorative con la nuova Laurea in Fisica
Nell’accingersi a definire una
Laurea triennale (e quindi una Laurea Specialistica quinquennale) con relativi
curricula di fisica e di fisica applicata è necessario fare riferimento alle
esperienze che abbiamo: curricula e prospettive occupazionali degli attuali
laureati (Laurea quadriennale) e degli attuali Diplomati (Diploma
Universitario, triennale). Una ulteriore informazione interessante è data dagli
argomenti di tesi di Laurea scelti dai laureati.
Per quanto riguarda prospettive occupazionali e argomenti di
tesi di Laurea dei laureati il quadro più recente è offerto dalla indagine
nazionale sui laureati in fisica nel quadriennio 1993-96 (Ref. 3).
Il confronto con l’indagine
precedente, relativa al quinquennio
1987/88-91/92 (Ref. 4), permette di osservare come evolvono nel tempo sia
le prospettive occupazionali sia l’interesse
dei laureati per gli argomenti di tesi.
Per i diplomati universitari non
esistono indagini a livello nazionale come quelle sopra indicate per i
laureati.
In breve, l’indagine nazionale
sui laureati in fisica nel quadriennio 1993-96, in relazione ad uno stato di
occupazione definito ( e quindi stabile, ma anche a tempo determinato), indica
le percentuali dei laureati per Enti di Impiego riportate nella Tabella 2.
Tabella 2.
Enti di Impiego |
% |
Non specifica |
3.5 |
Università |
15.7 |
Enti ricerca |
11.1 |
Enti locali |
3.7 |
Scuola |
10.7 |
Industria |
35.2 |
Commercio |
3.1 |
Altro |
17.0 |
Lo stato di occupazione del
comparto industriale scomposto per settore è il seguente: elettronico 31.1%,
informatico 47.1%, meccanico 15%, chimico 5.9%.
Naturalmente si tratta di percentuali
medie a livello nazionale. Se si esamina lo stato di occupazione dei laureati
per sede si osservano forti variazioni in queste percentuali in particolare per
quanto riguarda l’industria sia nel suo complesso sia scomposta nei settori di
cui sopra.
Rispetto alla indagine precedente
(Ref. 4), relativa agli anni 1987/88-91/92, le variazioni più importanti si
manifestano nel comparto della Scuola che passa dal 29% precedente all’11%
attuale e nel comparto della industria che passa dal 27.5% al 35% attuale. Il
contributo maggiore all’aumento del comparto industriale è dovuto al settore
informatico (dal 34% al 47% attuale). Si osserva ancora un modesto incremento
alla voce Enti locali (dal 2.9% al 3.7% attuale).
Una altra informazione interessante è data dagli argomenti di tesi di Laurea scelti.
Nella Tabella 3 sono riportate le
percentuali medie a livello nazionale ottenute per gli argomenti di tesi.
Tabella 3.
Argomento di Tesi |
% |
Astrofisica |
9.5 |
Biofisica |
5.2 |
Didattica |
3.2 |
Elettronica |
5.9 |
Fisica Matematica |
4.2 |
Geofisica |
9.4 |
Informatica |
4.2 |
Nucleare |
6.5 |
Particelle |
10.1 |
Fisica Sanitaria |
8.0 |
Fisica Materia |
26.4 |
Teorica |
7.5 |
Rispetto alla indagine precedente
(Ref. 4), relativa agli anni 1987/88-91/92, le tesi del settore Geofisico
passano dal 5% al 9.4% attuale, quelle di Fisica Sanitaria dal 5% al 8%
attuale, quelle di Biofisica dal 3.7% al 5.2% attuale: il settore di Fisica
sanitaria e Biofisica nel suo complesso passa dal 8.7% al 13.2%. Questi numeri stanno ad indicare un
interesse crescente degli studenti verso questi importanti settori di fisica
applicata, cui potrebbe essere associato il pur modesto incremento della voce
Enti locali della tabella precedente.
Sempre confrontando le Tabelle 2
e 3, si osserva come il numero percentuale di laureati con argomenti di tesi di Elettronica e
Informatica sia molto inferiore al numero percentuale degli occupati nei
settori elettronico e informatico. Questo fatto è noto e sta a indicare come un
numero rilevante di laureati con argomenti di tesi non direttamente di
elettronica o di informatica (ad esempio, laureati negli indirizzi di fisica
nucleare e subnucleare e di fisica della materia) finisce, grazie alle
competenze acquisite nel corso della tesi di laurea e in eventuali successive
attività post laurea, per trovare una occupazione in quei settori industriali.
In queste situazioni, spesso, le conoscenze di fisica e le competenze
specifiche acquisite risultano essere nettamente superiori e anche scentrate
rispetto a quanto necessario nella attività lavorativa. Una offerta formativa
più presente in queste direzioni (elettronica e informatica) potrebbe attenuare
questo fenomeno, non certo eliminarlo. Distorsioni di questo tipo non possono
essere eliminate completamente: e questo perchè alla base di esse sta la forte
attrazione esercitata dal mondo della ricerca sugli studenti di fisica, che è
poi la ragione principale per cui lo studente si iscrive al Corso di Laurea in
Fisica.
I risultati della indagine sopra
riportati fanno riferimento alle conoscenze e alle competenze dei laureati in
fisica negli ordinamenti in corso (4 anni nominali, 6 effettivi): queste
possono essere confrontate con quelle di una Laurea Specialistica (5 anni) e
non con quelle di una Laurea (3 anni
nominali ed effettivi).
Per la Laurea di I livello le
indicazioni sulle prospettive occupazionali e sulle scelte di indirizzo degli
studenti vanno prese come linee di tendenza: è opportuno tenerle presente nella definizione di curricula della Laurea
La seconda esperienza che abbiamo
è quella relativa ai Diplomi Universitari. Per definire dei curricula di una
Laurea triennale, i D.U., in teoria, potrebbero rappresentare l’esperienza più
appropriata trattandosi di percorsi triennali a carattere tecnico.
I D.U. hanno registrato, in questi ultimi anni, alterna fortuna.
Hanno dato risultati abbastanza
soddisfacenti i D.U. in Scienza dei Materiali, spesso organizzati assieme ai
chimici, con un numero di studenti in ingresso, in genere, soddisfacente
(tipicamente 10 - 20).
Ha un buon successo il D.U. in
Ottica Tecnica di Firenze, che ha sede presso l'Istituto Regionale di Studi
Ottici e Optometrici (IRSOO): e' un Diploma molto tecnico, con una tradizione e
una storia particolare.
Purtroppo va detto che i D.U. in Metodologie Fisiche, accesi in un
numero assai limitato di sedi, hanno registrato, in questi ultimi anni,
pochissimi studenti in ingresso.
Messo di fronte alla scelta tra
Laurea in Fisica e il D.U. in Metodologie Fisiche lo studente ha quasi sempre
scelto la Laurea.
Talvolta, al D.U., lo studente
arriva dalla Laurea: cioè è costretto a ripiegare sul D.U. nell’impossibilità
di arrivare al Diploma di Laurea. Il D. U. svolge, in questo caso, una funzione
(positiva) di recupero.
Va anche detto che i diplomati
trovano poi lavoro abbastanza rapidamente.
Lo scarso interesse che ha
suscitato il D.U. negli studenti è probabilmente dovuto al fatto che esso è
stato progettato come un percorso differente e staccato dalla Laurea e di rango
inferiore rispetto ad essa, costringendo così gli studenti a una scelta tra
l’uno e l’altra fin dall’iscrizione all’Università. Una unico percorso
triennale che preveda anche più curricula ma che dia uno stesso titolo di
studio (Laurea) dovrebbe permettere di superare questo inconveniente.
La domanda che ci
si deve porre, nel momento in cui si definiscono nuovi Corsi di Laurea (o indirizzi) in fisica applicata, è quali
spazi esistono, per il futuro laureato (triennale), nella industria e nei
servizi. Nel cercare di dare una risposta è bene tenere presente che, nel definire la figura del fisico triennale,
non si è rinunciato a dare una forte
preparazione di base e che, quindi, la caratterizzazione tecnico-professionale
risulta relativamente debole, a differenza di quanto avviene per altre figure
professionali, ad esempio per l’ingegnere triennale.
La grande
industria (STmicroelectronics, Pirelli, ecc...) impiega i fisici
prevalentemente in attività di ricerca e sviluppo e nella produzione.
Per quanto
riguarda la piccola e media industria (PMI), la situazione è più complessa e lo
spettro delle competenze richieste è più ampio. Non facendo attività di ricerca
e sviluppo, la PMI è soprattutto interessata al trasferimento tecnologico.
Per alcune di
queste attività è necessaria la Laurea Specialistica, per altre potrebbe essere
sufficiente la Laurea.
Il laureato
triennale in fisica, con competenze tecniche limitate, ha ancora spazio nell'industria manufatturiera
anche se ridotto rispetto a quello dell'attuale laureato in fisica.
Passando alle
attività relative alla fisica applicata all’ambiente, alla biologia, alla
medicina, nella maggior parte delle situazioni è richiesta la Laurea
Specialistica o la Specializzazione in fisica sanitaria.
Per l’inserimento
nella Scuola Secondaria, che, soprattutto in passato, ha costituito un
importante canale di reclutamento, sarà necessario il Diploma della Scuola di
Specializzazione.
Restano comunque
ancora spazi per il laureato triennale nell’industria e nei servizi.
Le sedi che hanno
attivato D.U. trasformeranno questi diplomi, opportunamente rivisitati, in
Corsi di Laurea in Fisica Applicata, in Tecnologie Fisiche, in Ottica e
Optometria ecc..
Inoltre anche le
sedi che non avevano D.U. (da trasformare in Corsi di Laurea) si propongono di
offrire curricula in fisica applicata.
Non potendo
presentare in dettaglio le varie tipologie di Corsi di Laurea in fisica
applicata che le sedi si propongono di attivare, vorrei soffermarmi su una
proposta in corso di elaborazione a Bologna.
Sappiamo come sia specifico del laureato in fisica,
sia per la buona metodologia di base sia per il largo spazio dato ai laboratori
( caratteristiche che sono peculiari dei nostri Corsi di Laurea e che difficilmente si trovano in altri Corsi
di Laurea), la sua capacità di fare delle misure: ovvero conoscenza di
strumentazione scientifica, capacità di acquisire dati e di analizzarli.
Per alcuni
Corsi di Laurea in Fisica applicata si potrebbe quindi pensare di accentuare
(rispetto a quanto esistente nel Corso di Laurea in Fisica, propedeutico al
Corso di Laurea Specialistica in Fisica) questa caratteristica, e cioè permettere agli studenti di avere una buona
conoscenza di strumentazione scientifica specifica, congrua al curriculum
scelto, e di sviluppare una buona capacità di acquisire, elaborare ed interpretare
dati e risultati sperimentali, anche in tempo reale, utilizzando le più moderne
tecnologie elettroniche e informatiche di acquisizione on-line con un PC.
L’accento è posto non tanto
sull’elettronica (quantunque presente) e la progettazione elettronica, quanto
piuttosto sull’acquisizione dati in tempo reale.
Il laureato con
queste competenze potrebbe operare in molteplici ambienti: negli ambienti
industriali, in quelli in cui si utilizza strumentazione medicale, nei
laboratori di analisi o monitoraggio ambientale, nei laboratori di diagnosi e
restauro dei beni culturali, ecc..
Da questa
impostazione discendono alcuni curricula, con caratteristiche abbastanza
generali:
Strumentazione
elettronica.
Elettronica e
Informatica
Fisica Terrestre
e dell’Ambiente
Fisica per i Beni Culturali
Meteorologia
ecc…..
In alcuni casi,
la preparazione tecnico professionale, per quanto sufficiente a svolgere
attività lavorative, è abbastanza
generale o incompleta: una preparazione più approfondita potrà essere ottenuta
o con un master dedicato o con una Laurea
Specialistica.
Ci sono varie ragioni che
suggeriscono di definire curricula tecnico-professionali anche a livello di
Laurea (e non solo di Laurea Specialistica).
Si è visto che in questo ultimo
decennio il quadro delle prospettive occupazionali degli studenti stia
modificandosi e sia in crescita verso il comparto industriale e dei servizi: e'
opportuno cercare di assecondare, per quanto possibile, questa tendenza anche a
livello di Laurea (triennale).
Inoltre
un corso di Laurea che non fornisca competenze tali da potere essere utilizzate
direttamente (cioè dopo tre anni) in attività lavorative sarà penalizzato, a
livello di scelta da parte degli studenti, nei confronti di quei corsi di
Laurea che, viceversa, competenze tecnico professionali forniscono.
Infine la mancanza di percorsi
tecnico-professionali al I livello avrà come conseguenza il passaggio della
grandissima maggioranza dei laureati di I livello al II livello con il
risultato di portare, per costoro, la durata degli studi a tempi confrontabili
agli attuali e quindi l’immissione in attività lavorative ad una età largamente
superiore alla età media europea.
Una maggior consapevolezza della
necessita` di ampliare in modo selettivo l'offerta formativa di fisica fin dal
I livello, una maggior sensibilita` alla durata effettiva della laurea, sono
divenute oggi ancora piu` urgenti a seguito sia della diminuzione del numero di
studenti sia dell'introduzione di criteri di efficienza didattica nella programmazione
della distribuzione delle risorse.
Referenze.
1.
D.M. 3/11/1999, 509 – GU n. 2, 4/01/2000.
2. II nota di indirizzo, MURST, 16/10/98.
3. R. Anni e A. M. Rossi, Il nuovo
Saggiatore, 15 (1999), pag. 11.
4. M. Basile, Il nuovo
Saggiatore, 12 (1996), pag. 38.