Caro Nando, mi spiace che ieri non fossi in Facolta', era una di quelle riunioni che le nostre chiacchiere avrebbero rallegrato. Prima di rispondere alla tua lamentela sul gruppo Galileo volevo chiederti cosa pensavi dell'eventuale giornata di chiusura del semplice e complesso. In realta' non ho ricevuto grande richiesta da parte di chi aveva dato la propria disponibilita' ad intervenire. Mi fa pensare che se non se ne facesse nulla ci sarebbero molte persone contente. Non ricevendo stimoli io non mi muoverei. Cosa ne pensi ? Adesso vengo al gruppo Galileo 2001. Il problema che il gruppo Galileo 2001 solleva e' concreto. Penso che nella societa' si stia diffondendo sempre di piu' un atteggiamento contrario alla tecnologia e alla scienza. Dato che si sta creando una societa' di consumatori e non di produttori (io preferisco di creatori) l'atteggiamento rispetto alla tecnologia, e poi rispetto alla scienza, e' quello magico dell'uomo primitivo. Ho visto recentemente dei superquark televisivi accorgendomi che anche li' l'aspetto quasi-magico e misterioso ha fatto breccia per giustificare la spettacolarita' e quindi la vendibilita' del programma. Una delle cause-effetto di questa crescita dell'antiscientismo e' legata all'utilizzazione politica delle tematiche ambientaliste. Io ero in Germania all'inizio degli anni '80 e ho assistito allo sviluppo e poi alla decadenza del partito dei Verdi tedeschi, il primo movimento ambientalista organizzato e strutturato in partito (struttura e organizzazione tedesca). Paure, vere o amplificate, sono state utilizzate politicamente per ottenere consenso, non analizzate razionalmente. Durante il referendum nucleare vivevo negli Stati Uniti e ritornando casualmente in Italia poco prima della votazione (a cui non ho partecipato) ho scoperto che nessun partito politico difendeva la tiepida scelta nucleare fatta dall'Italia. Ed erano gli stessi partiti che pochi anni prima l'avevano proposta e finanziata. Ho anche scoperto che accanto alla moratoria sulla costruzione delle centrali nucleari sarebbe stata abolita, ed e' successo, anche la ricerca sui meccanismi di produzione energetica basati su reazioni nucleari, fatto che come scienziato mi sconvolge ancora oggi. Posso comprendere che si impeisca di costruire oggetti che, a torto o a ragione, si ritengono pericolosi, ma che si impedisca di studiare, conoscere, capire, mi sembra, e qui uso un aggettivo che sia tu si i Galileiani usano, oscurantista (e spero di aver definito cosa intendo per oscurantista). Anche se lunga, questa era solo la premessa per dirti che condivido le preoccupazioni espresse da Galileo 2001, anche se non ne condivido i toni da guerra santa usati nel manifesto che mi hai inviato. E' evidente che non condivido nemmeno il tono dell'eventuale risposta del vicepresidente della societa' di ecologia, anche se comprendo il fatto che gli ecologi, sentendosi attaccati, abbiano utilizzato tonalita' analoghe a quelle dell'attacco. I problemi sono molto seri per essere affrontati con atteggiamenti da tifosi di calcio. Per questo motivo ho cercato di fare un'analisi dei due testi, astraendomi dal voler parteggiare per una o per l'altra squadra, e ho scoperto che se al posto di urlare si parlasse, ci si scoprirebbe molto spesso d'accordo, e magari si potrebbero affrontare comuni battaglie a favore della seria scienza contro maghi e ciarlatani e contro il pessimo uso che questi fanno della scienza, e della tecnica. Il tono dei galileinani non mi piace, e quando uno parla troppo qualche scioccheza la dice, come probabilmente sto per fare io, se non ho gia' fatto. Mi salvo perche' non pretendo di fare il profeta. I galileiani cadono in contraddizione quando affermano che: << Il fatto che le conoscenze scientifiche, per la natura stessa del metodo di indagine .... , si accreditino con spazi di dubbio sempre riducibili ma mai eliminabili .... non puo' giustificare il considerare tali conoscenze opinabili, o peggio, inattendibili >> Prima affermano che l'esistenza del dubbio e' intrinseca del metodo scientifico e poi negano che si debba dubitare di quello che dice la scienza. Si salvano in calcio d'angolo nella frase succesiva dicendo che la scienza sbaglia di meno nell'interpretazione del reale che altri tipi di analisi non scientifica. Anche la lista successiva di esempi non e' libera da affermazioni che mi lasciano perplesso per la loro genericita', come: << la sistematica opposizione ad ogni tentativo di dotare il paese di infrastrrutture vitali per la contibuita' dello sviluppo e per il miglioramento della qualita' della vita della popolazione >>. Detto questo trovo che l'eventuale risposta del vice-presidente della societa' italiana di ecologia sia forse un po' troppo polemica. E mi spiego. L'affermazione << Temiamo, forse a torto, che il documento Galileo 2001 possa venire interpretato come la riproposizione dell'idea che i problemi dell'umanita' quali la fame e il degrado ambientale, possano essere risolti dal progresso scientifico e tecnologico, anzi dal progresso in alcune specifiche aree scientifiche. >> forse interpeta troppo duramente la frase <>. Io penso che questo voglia dire che ogni scelta politica deve essere basata sulla scienza (con eventuali dubbi) e non su informazioni pseudo-scientifiche. Mi sembra che nel gruppo di Galileo ci siano alcuni biologi (Boncinelli e' un fisico di formazione, ma ci sono oncologi ad es.). Forse non ci sono i naturalisti che fanno parte del gruppo di ecologia, ma non penso verrebbero rifiutati. Nella risposta si supporta la teoria che l'aumento della temperatura del pianete sia SOPRATUTTO di origine antropica. Ho sentito vari climatologi (Livio Ruggiero tra gli altri) e quasi tutti hanno dei seri dubbi sulla validita' di questa relazione. Discutono della questione. Sembra che siano comunque tutti d'accordo che una forte diminuzione della produzione di anidride carbonica servirebbe a poco per la diminuzione della temperatura. Potrebbe invece avere vantaggi in altri settori, ad es. rendere le citta' piu' vivibili. Rimane la solita discussione sulla valutazione di costi e benefici prima che si possano prendere decisioni, ma questa non e' piu' una questione di conoscenza ma una questione di politica. Ci sono problemi non banali legati agli OGM. Quest'estate ho letto un libro che difendeva fortemente la ricerca e l'uso degli OGM. Non ho capito molti dettagli tecnici, dovrei conoscere un po' meglio la biologia molecolare (grazie a proposito del manuale che mi hai regalato che consulto spesso). Mi sembrava pero' estremamente (troppo) favorevole. Per quanto mi riguarda vale il discorso che la conoscenza e l'eventuale sviluppo di una tecnica non implica l'utilizzazione automatica. E mi sembra che il lamento dei Galileiani fosse sopratutto legato al fatto che si e' cercato di limitare la ricerca sugli OGM. Infine sul principio di precauzione che e' ritenuto << sacrosanto, quando correttamente inteso >>. Penso che la definizione da voi data sia condivisibile dal punto di vista del <>. Anche se poi bisogna fissare un valore del livello di confidenza in cui si <> di introdurre una nuova sostanza. D'altra parte penso che la definizione data dall'art. 15 della Dichiarazione di Rio <> sia molto piu' ambigua e pragmaticamente rivolta a bloccare l'introduzione di nuove sostanze o tecnologia nell'ambiente o nella societa'. Infine la tua risposta. Parli di oscurantismo e totalitarismo di alcune branche della scienza, e affermi che il gruppo galileo ritenga che l'ecologia non sia una scienza. Non penso che questa interpretazione sia corretta. I galileiani non si riferiscono all'ecologia ma parlano di fondamentalismo ecologista. Termino qui, anche se devo dirti che le discussioni con te mi sono molto utili per chiarirmi le idee, rendendomi conto che molto spesso hanno una base fragile. Parlando con Paolo Ciafaloni ci siamo accorti che non abbiamo mai visitato i vostri laboratori. Un giorno di bassa produttivita' ti telefoneremo e se la svacca tira anche dalle tue parti passiamo a farti una visita turistica e magari troveremo il tempo per arguire insieme. Ci sentiamo, Giampaolo