Riduzionismo nella scienza

G. Co'
Dipartimento di Fisica
Universita' di Lecce

In questo intervento dedicato al ruolo del Riduzionismo nelle scienze mi riferiro' al Riduzionismo definito come

comprensione di una fenomenologia complicata utilizzando un ristretto numero di variabili.

Questa definizione richiede la precisazione su cosa io intenda con le parole comprensione e ristretto numero:
ritretto numero: un numero di variabili molto piu' piccolo del numero di fenomeni che si vogliono descrivere.
comprensione: saper descrivere il comportamento passato e/o prevedere quello futuro del fenomeno in esame.

Spero che questa definizione di Riduzionismo, anche se non espressa con il rigore del linguaggio formale, sia sufficentemente chiara da non provovare ambiguita' di fondo. E' una definizione molto ampia e ingloba la maggior parte delle definizioni di Riduzionismo che conosco.
Data questa definizione ritengo che pochi scienziati si possano definire anti-riduzionisti. Negare la validita' di questo tipo di riduzionismo significa negare la validita' della stessa impresa scientifica. Ogni tipo di attivita' conoscitiva della realta' e' limitata nello spazio e nel tempo. E' evidente che pensiamo che le conoscenze acquisite sotto questi limiti spazio-temporali possano essere di validita' piu' generale. Questa e' un'opinione di tipo fideistico, corroborata dai molti successi ottenuti ma non dimostrata ne logicamente dedotta.

Il problema non riguarda quindi la validita' del Riduzionismo in generale, ma la validita' della sua utilizzazione in ogni contesto scientifico.
E' un dato di fatto che, a secondo dello strumento utilizzato per investigare, la natura si presenta aggregata in diverse forme. Un fisico direbbe che questo dipende dalla lunghezza d'onda della sonda utilizzata. L'occhio umano ci permette di vedere oggetti che vanno dalle dimensioni del millimetro a parecchi chilometri. D'altra parte il microscopio ottico ci permette di vedere il mondo sub millimetrico fino a distanze dell'ordine del micron. In questo caso vediamo l'organizzazione della materia in termini di cellule, macromolecole, grosse strutture cristalline. Con il microscopio elettronico si cominciano a "vedere" gli atomi e si puo' scendere ulteriormente in capacita' risolutiva utilizzando acceleratori che permettono di "vedere" nuclei atomici, leptoni e quark. La struttura osservativa della natura e' quindi gerarchicamente stratificata in agglomerati che mostrano la loro esistenza solo se osservati con la luce di appropriata lunghezza d'onda.

Anche le nostre scienze sono di fatto stratificate seguendo la struttura osservata della natura. La fisica nucleare si preoccupa di quei fenomeni che possono essere osservati alle distanze dell'ordine di qualche femtometro. Per distanze inferiori si parla di fisica delle alte energie, per distanze superiori di fisica atomica, e poi molecolare, stato solido, chimica ecc. .

E' evidente la tentazione riduzionista di cercare di ridurre (appunto) la scienza che tratta dei fenomeni riguardanti una certo raggio di lunghezze alla scienza che descrive i fenomeni alle distanze inferiori. Famose sono le affermazioni di grandi scienziati che affermano che la biologia sia chimica e che la chimica sia fisica. Queste affermazioni hanno acceso un ampio dibattito sul ruolo e la validita' di questo tipo di riduzionismo, che io chiamo verticale perche' si riferisce alla possibilita' di passare dal livello di una disciplina scientifica a quello, superiore o inferiore, di un'altra.

A mio avviso molte discussioni avvegono perche' non si distingue il riduzionismo "discendente", verso il microscopico, da quello "ascendente" dal microscopico. Il riduzionismo "discendente" fa individuare le componenti del sistema in esame. Il nucleo e' composto da nucleoni (protoni e neutroni), i nucleoni da quark. Il riduzionismo ascendente cerca di spiegare le proprieta' del sistema composito (il nucleone) in termini delle sue componenti (i quark).
Il riduzionismo "in discesa" e' molto piu' semplice di quello "in salita". I sistemi piu' microscopici godono di simmetrie piu' ampie rispetto ai sistemi compositi e passare da sistemi di simmetrie limitate a sistemi di simmetrie piu' ampie e' piu' semplice che il contrario.
Prendendo un esempio dalla fisica posso affermare che esiste un'ampia fenomenologia che indica come il protone sia costituito da sottostrutture che abbiamo codificato con il nome di quark. Dato un sistema di quark (i fisici lo identificano come plasma di quark e gluoni), non e' chiaro quale sia il meccanismo che permette la formazione di protoni.
Se ci sono queste difficolta' nel riduzionismo in "salita" tra i due livelli piu' microscopici della natura, come oggi la conosciamo, mi aspetto che le difficolta' aumentino salendo nella scala delle distanze e della rottura delle simmetrie. L'aumento delle difficolta' del riduzionismo "in salita" applicato agli organismi viventi ha spinto a formulare opinioni di negazione del riduzionismo e affermazioni di impossibilita' della sua applicazione.

A mia conoscenza esiste un solo esempio di riduzionismo "in salita" che ha avuto sucesso: si tratta della riduzione della termodinamica alla meccanica statistica. Secondo lo schema sopra presentato dovrei affermare che si tratta della formulazione statistica della termodinamica. La meccanica statistica mostra come sia possibile ottenere irreversibilita' per alcuni processi termodinamici partendo da leggi simmetriche nella direzione del tempo.



Vorrei discutere adesso quello che definisco riduzionismo orizzontale ovvero il riduzionismo applicato all'interno di una disciplina scientifica. Osservando l'evoluzione storica delle discipline in cui si suddivide tradizionalmente la fisica, penso che il consolidamento della scianza avvenga in varie fasi. Una prima fase e' quella osservativa in cui si osservano e si catalogano i fenomeni inerenti il sistema studiato (oppure i sistemi studiati). Una volta che si ha familiarita' con la fenomenologia si comincia a cercare correlazioni tra i vari fenomeni, magari con l'aiuto di modellizazioni ad hoc. Una fase ulteriore dello sviluppo consiste nel cercare di descrivere il sistema studiato in termini dei sottositemi che lo compongono utilizzando e/o formulando teorie e leggi riguardanti questi sottosistemi. Quest'ultima fase e' quella che definisco come riduzionismo "orizzontale" e che ha ricevuto molte critiche non solo da parte dei biologi ma anche da parte di illustri fisici.

Per esporre le mie idee sui limiti del riduzionismo "orizzontale" usero' un esempio tratto dal mio lavoro di ricerca da scienziato da bancone.