Caro Gigi,
ho ripensato a quanto hai presentato nell'incontro di venerdi' scorso,
e piu' specificamente al tuo approccio all'analisi di sistemi
complessi. Dato uno schema teorico analizzi se, e come, questo possa
descrivere sistemi fisici sia semplici sia complessi. 

Non credo che questo sia un approccio fruttuoso. Si parte da un quadro
teorico prefissato in cui si cerca di inserire qualche
fenomenologia. Lo schema serve a dare utilita' strumentale alla
teoria, ma e' poco utile per comprendere NUOVI fenomeni. Gli esempi di
successo di questo approccio sono limitati a poche e peculiari
situazioni fisiche.
Credo che sia proprio questo il tipo di approccio che Nando Boero
sbeffeggia in continuazione citando i numerosi e fallimentari
tentativi di descrivere la complessita' biologica con equazioni.
Penso sia piu' fruttuoso operare cercando prima relazioni tra
osservabili e solo successivamente tentare di costruire la teoria che
possa descrivere queste relazioni. 

Probabilmente sto resuscitando l'antica e ben nota contrapposizione
tra modello e teoria, fenomenologia e assiomatizzazione, induzione e
deduzione, pragmatismo e idealismo.
Al di la' delle discussioni astratte e dei filosofemi, penso che, allo
stato attuale delle conoscenze biologiche, l'approccio fenomenologico
sia l'unico che dia qualche possibilita' realistica di andare oltre la
pura descrizione di quanto si osserva.

G.P. Co'