A Garola
siamo sostanzialmente d'accordo. Io dico che tutti siamo riduzionisti 
nella pratica. Fa parte del nostro modo di essere, del nostro essere 
organismi che traggono informazioni dall'ambiente, il focalizzare la 
nostra attenzione su alcune cose e lasciar le altre sfuocate. Questa 
focalizzazione riduce la realtà complessa ad una realtà più semplice che 
ci permette di vivere in modo normale. Un passero deve essere in grado 
di discriminare tra il movimento del ramo dovuto alla presenza di un 
predatore e quello dovuto al vento, altrimenti passa tutto il suo tempo 
a volar via. E quindi deve ridurre la sua visione della realtà a cose 
importanti in quel momento.
Io dico solo che, dopo aver fatto le nostre analisi (oppure anche prima) 
dobbiamo poi mettere insieme le cose e vedere che succede. Vedere se a 
forza di sommare cose semplici continuiamo ad avere cose semplici o se a 
un certo punto la riduzione non basta più. Non basta più non vuol dire 
che non serve. Vuol dire che a un certo punto bisogna cambiare registro. 
E' per questo che penso che un po' di biologia farebbe bene a tutti 
quelli che praticano la Facoltà di Scienze, capirebbero di più i loro 
limiti. Che ci sono. Io poi ho inventato una mia filosofia della 
scienza, che chiamo Continuismo e che integra Riduzionismo e Olismo e 
che non li vede come uno contro l'altro (sto scrivendo un libro su 
questo, e ho anche l'editore: Chicago University Press, mi ci vorrebbe 
un anno sabbatico che non mi posso permettere). C'è un continuum che 
unisce tutte le cose. Chi guarda i fenomeni con l'arma del riduzionismo 
vede la realtà in un modo, chi li guarda con l'olismo li vede in un 
altro. Il mio amico Frank Zappa, in una canzone, chiede "what is your 
conceptual continuity?". C'è una continuità concettuale che unisce 
riduzionismo e olismo e che permette di mettere a fuoco da un estremo 
all'altro. Come le lenti bifocali. Altrimenti uno vede o solo da vicino 
o solo da lontano. Il mio lato riduzionistico è la zoologia sistematica 
(descrivo specie), la biologia dello sviluppo (hai sentito la storiella 
della medusa che torna indietro nel suo ciclo biologico?) e l'ecologia 
di campo (la storiella dei datteri di mare e altre amenità). Il mio lato 
olistico è la biologia evoluzionistica. Praticare i due estremi mi serve 
molto. E allora spingo tutti a fare lo stesso. E mi accorgo di essere 
irritante e supponente. Per fortuna i miei amici e colleghi hanno molta 
pazienza e mi sopportano.
Io poi volevo fare l'avvocato. Perchè argomentare mi piace molto. Poi ho 
scelto biologia perchè la coda per le iscrizioni era più corta e le 
ragazze erano più belle. No, non erano più belle, avevano i jeans, 
mentre quelle di giurisprudenza avevano il tailleur. E questo la diceva 
lunga sulle loro personalità. E anche i maschi avevano i jeans nella 
coda di biologia, mentre quelli di giurisprudenza avevano tutti la 
cravatta.
Voglio cogliere questa occasione, ancora una volta, per ringraziare i 
miei colleghi di Facoltà. Mi reputo fortunato ad avervi conosciuto e 
sono contento che esista la Facoltà. Se fossi rimasto a Biologia a farmi 
i fatti miei non ci saremmo mai incontrati e sarei rimasto persino più 
ignorante di quanto già non sono. Sono così contento di capire la 
vastità della mia ignoranza interagendo con voi (quando parla Garola non 
capisco niente, e mi sento un anellide) che voglio fare a voi lo stesso 
servizio e farvi capire la stessa cosa. Spingendovi a esplorare mondi a 
voi sconosciuti, come quello della biologia. Se avete poche certezze, e 
siete quindi intelligenti, vedrete che diminuiranno ancor di più. E alla 
fine mi ringrazierete. Se avete solo certezze, non mi interessa parlare 
con voi. Di questo sono assolutamente certo.


Nando