A P. Ciafaloni
riportare frammenti di frasi può essere fuorviante. La mia su Darwin, ad 
esempio, era evidentemente retorica. E poneva l'accento sul fatto che 
tutti pensiamo di fare la cosa più interessante che ci sia, altrimenti 
ne faremmo un'altra, giusto? Tutti mi dicono che penso sempre di avere 
ragione. Ma tutti pensano di avere sempre ragione, quando non lo pensano 
cambiano idea. Chi è tutto contento al pensiero di avere torto?
Certo che ho una mania di fare gerarchie, è il mio mestiere. La 
classificazione degli organismi si basa su gerarchie: specie, genere, 
famiglia, ordine, classe, phylum, regno. Tu forse parli di classifiche, 
tipo hit parade! La mia disciplina è meglio della tua. Eh bè, anche 
questo tutti lo pensiamo. Io mi diverto a stuzzicare i miei colleghi non 
biologi dicendo che la biologia studia il fenomeno più complesso 
dell'universo sconosciuto e sfido a trovare una cosa più complessa di un 
vivente. Nessuno ci riesce. Questo non per dire che siamo i più fighi, 
ma per giustificare che siamo i più sfigati. Ancora una classifica. I 
più fighi sono quelli che fanno le cose più semplici. I più sfigati 
quelli che fanno le cose più complicate. Oppure no? a me piace pensare 
il contrario.
Quello che descrivi come percorso di uno studente verso la laurea 
potrebbe essere giusto. E' quello che avviene. Io sono stato rimandato 
innumerevoli volte e bocciato due volte perchè non facevo così. 
All'università ero diverso, perchè mi piaceva quel che facevo. Però 
ammetto che in alcuni corsi ho fatto come dici tu. E ancora mi brucia, e 
quindi ora contesto quel modo di fare didattica. Io cerco di fare 
diversamente. Cerco di instillare il dubbio. E dico sempre che a me 
piacciono più gli studenti che fanno domande rispetto a quelli che 
forniscono risposte. Ma non è facile. Ormai arrivano rovinati dalla 
scuola e le loro menti vogliono solo certezze. Il corso di zoologia, 
poi, può essere studiato come uno studierebbe l'elenco del telefono. Io 
tendo a bocciare quelli che sanno tutto a memoria, faccio una domanda di 
collegamento e loro crollano. E' il famoso caso dello studente "che ha 
risposto a tutto" ed è stato bocciato. Però impiego un'ora a spiegargli 
perchè. Insomma, le cose le fanno gli uomini. Se all'università si fa 
quel che dici tu la colpa è nostra. Io non faccio così. Se siamo qui a 
parlare, significa che anche altri non fanno così. E allora bisogna fare 
in modo che quelli che fanno come dici tu siano una minoranza, bisogna 
stanarli e metterli di fronte alle loro responsabilità. Un modo c'è. Si 
fanno i questionari per gli studenti, con le valutazioni dei docenti. E 
si danno gli incentivi sulla base delle risposte degli studenti. Vanno 
fatti bene i questionari, però. Altrimenti quello che li promuove tutti 
col massimo senza insegnare niente riceve i punteggi massimi. Ma gli 
studenti non sono così scemi. Lo dicono. Perchè non facciamo le schede 
di valutazione? Chi ne ha paura?
Alla fine dei miei corsi chiedo sempre che cosa non è andato bene. Sulle 
prime non vogliono dirlo, ma alla fine ci riesco a farli parlare. E ogni 
volta ne imparo di nuove. Alla fine di ogni corso so qualcosa di più. 
Sono fiero di dire che i miei studenti mi dicono dove ho sbagliato. E di 
solito, purtroppo, hanno ragione. Non sono perfetto. Mi dà fastidio 
ammetterlo. Ma ormai sono rassegnato.